L’atto è stato presentato al Consiglio su iniziativa della commissione istituzionale per il sostegno, la valorizzazione e la promozione delle Aree interne della Toscana, presieduta da Marco Niccolai (Pd). La proposta è stata votata, su richiesta del capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli, separatamente nelle sue varie parti. La premessa ha ricevuto il voto favorevole di Pd, Iv, Lega e M5S, mentre Fi si è astenuta e FdI non ha partecipato al voto.
La prima parte dell’impegnativa, in cui la Giunta regionale è chiamata a intervenire presso il governo nazionale affinché siano riviste “le modalità e il riparto delle risorse previste dall’art. 2 del decreto legge 41/2021 per quanto concerne le imprese operanti nella gestione degli impianti sciistici, individuando un nuovo criterio di ripartizione dei fondi che includa tutti i territori nei quali sono ubicati impianti o attività collegate al settore sciistico e che si basi sulla perdita di fatturato rispetto alle annualità precedenti anziché sulle presenze turistiche” in modo tale che “vi sia un compiuto sostegno di tutte le attività turistiche in tali comprensori e delle professionalità inerenti gli sport invernali”, ha avuto il voto favorevole della maggioranza, mentre si sono astenuti M5S, FdI e Fi. L’ultima parte, per cui la Giunta dovrà “valutare la possibilità di effettuare un intervento diretto finalizzato ad esonerare o sospendere, per quanto attiene al demanio regionale, il pagamento dei canoni di concessione per i gestori degli impianti in quanto, in assenza di attività, si configurano come costi difficilmente sostenibili” è stata approvata con voto favorevole all’unanimità.
Illustrando l’atto in aula, Marco Niccolai ha ricordato come gli impianti sciistici sono stati fermi per due stagioni. “Si tratta di un settore che produce un indotto molto importante ed è un presidio economico e occupazionale fondamentale nelle aree montane – ha spiegato -. La decisione di distribuire gli aiuti guardando le presenze penalizza fortemente le realtà dell’Appennino a tutto vantaggio di quelle del nord, così come è necessario dare attenzione a tutti gli operatori del settore che sono in forte sofferenza e non solo ai gestori degli impianti”. Luciana Bartolini (Lega) ha commentato che “la sofferenza è tangibile, a maggior ragione se si considera che i problemi di questi territori sono tanti: ricambio generazionale, aiuti alle imprese agricole e alla progettazione dei piccoli comuni, interventi per la selvicoltura”. “Se non si interviene la montagna si spopola, e il danno sarà per tutta la Toscana”, ha concluso. Alessandro Capecchi (FdI) ha sottolineato che “tutta la filiera è in crisi e si inserisce in un territorio, quello appenninico, che è sostanzialmente debole, a differenza di quanto succede sulle Alpi”. Per questo ha chiesto la votazione diversificata per punti, perché nella prima parte, ha spiegato, “si fa riferimento all’applicazione di un modello che comunque finirà per penalizzare fortemente la Toscana e farà sì che almeno il 90% delle risorse vada al nord”.