L’intervista con Carmela Pace è un incontro coinvolgente sul piano umano e professionale. È la prima donna a rivestire il ruolo di Presidente UNICEF Italia, e trasmette la forte passione per gli alti valori etici. Di origine siciliana, è stata una Preside ed è felice di sentirsi chiamare così, perché il ruolo di dirigente scolastico è quello che ha segnato più profondamente la sua vita. Prima di rispondere alle domande dell’intervista, la Presidente, mi mostra una lettera che ha ricevuto da una scuola di Aversa, in particolare da alunni con necessità speciali. Una delicatezza toccante emerge dalla lettura. Si avverte, che i bambini vivono la distanza dai compagni con tristezza, ma emerge la sensazione dell’ essere comunque fortunati, perché riescono a “vedere” i loro amici tra i banchi!
Su ogni banco, infatti, c’è un foglio con un disegno che rappresenta il volto dei compagni di scuola; ognuno col proprio nome. “Così ci si sente meno soli anche se è difficile”, osserva Carmela Pace.
Presidente qual è lo spirito che anima l’UNICEF?
Laddove ci sia un bambino noi dell’UNICEF cerchiamo di rispondere ai suoi bisogni. Tutti i bambini sono uguali. Noi dell’UNICEF da sempre lavoriamo per raggiungerli tutti: dai minorenni migranti e rifugiati ai quali cerchiamo di garantire sostegno nel nostro paese e nelle aree del mondo dove il fenomeno è più presente, ai bambini della Siria– martoriata da oltre 10 anni di conflitto – dove secondo dati verificati tra il 2011 e il 2020, circa 12.000 bambini sono stati uccisi o feriti e più di 5.700 sono stati reclutati nei combattimenti; ai bambini vittime di violenze, carestie, sfruttamento, matrimoni precoci, cambiamento climatico, inquinamento e non solo.
Bambini e pandemia. Che lezione dobbiamo imparare?
Tra i tanti bisogni che ha generato la pandemia, in particolare per i bambini, c’è la carenza di affettività. I bambini sentono la mancanza della scuola e della socialità. Noi dell’UNICEF ci impegniamo affinché nessuno di loro venga lasciato indietro e speriamo che presto si possa tornare alla normalità.
Noi siamo abituati ad avere tutto a portata di mano, ma per molti bimbi ci sono difficoltà per noi inaudite. Quali priorità ha l’UNICEF?
Nessun bambino deve esser lasciato solo, se pensiamo alle prime regole per contrastare la pandemia; esse sono tener su la mascherina, mantenere le distanze e le manine pulite. Ma come si può assicurare l’igienizzazione delle mani se manca la fonte di vita cioè l’acqua? Bisogna assicurare cibo e acqua per sfamare, poi via via tutto il resto.
Sulla sua scrivania c’è qualcosa che sembra un mattone grigio, compatto ad incastro; somiglia ad un Lego. Da cosa è composto?
In Costa d’Avorio, 9.600 tonnellate di plastica sono state riciclate ogni anno dal 2019 per costruire scuole; i rifiuti di plastica vengono raccolti dalle mamme e donne disoccupate, ed una fabbrica converte i rifiuti in plastica per dar vita a mattoni modulari. Questi mattoni sono facili da assemblare, sembrano Lego è vero, sono resistenti ed economici e così sono stati utilizzati per costruire aule scolastiche fortemente necessarie specie in Africa Occidentale. Il suo potenziale è stato triplice; in primis ha permesso di avere più aule per i bambini e quindi più scolarizzazione, inoltre ha permesso di riciclare la plastica ed infine ha dato la possibilità di un guadagno ulteriore per le famiglie vulnerabili.
Da questo esempio si può dedurre che l’economia circolare può essere di aiuto, in particolare nelle aree con gravi problemi economici?
Penso che sia oggi un metodo giusto per rispettare il mondo e permettere di viverlo in assoluta armonia.
Oltre ai beni di prima necessità e all’organizzazione di scuole, cosa porta l’UNICEF ai bambini poveri per farli sentire meno soli e abbandonati?
Ricordiamo sempre il valore di un abbraccio, e possiamo esser certi che i bambini vivano la pandemia come uno dei momenti cruciali della loro vita; non come ‘il’ momento cruciale. Per questo dico sempre che i bambini non si abituano. Sono capaci di guardare oltre.
Cosa ci insegnano i bambini?
Bisogna che anche noi continuiamo a guardare oltre perché le cose non sempre potranno andar bene, ma è possibile che ce la faremo!
Presidente grazie per il vostro lavoro, Le auguriamo una Santa Pasqua.
Grazie a La Discussione; un augurio di Pace e serenità a tutti.