Il mondo è scioccato dal massacro di civili che sta avvenendo nel Myanmar, dove cittadini inermi che protestano contro il colpo di stato sono uccisi per le strade dai militari senza alcuna pietà L’indignazione internazionale per questo scempio dei diritti umani sta crescendo e gli occhi sono puntati sul Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Amnesty International Italia, tramite il portavoce Riccardo Noury denuncia le responsabilità di Cina e Russia “sono le due potenze che più sostengono la nuova giunta militare – spiega Noury –. La Cina dà una copertura pressoché totale, mentre la Russia sta fornendo armi e sta cercando di stringere i rapporti con il regime.” Questo scenario di morte e violenza avviene in piena pandemica.
Per molti, a cominciare dalle coscienze cattoliche, la pandemia doveva rappresentare un’occasione per riflettere e ripensare al valore della persona, ai rapporti umani, al rispetto di molti valori, alla difesa dell’ambiente e alle disuguaglianze sociali. Papa Francesco, nell’omelia del 31 dicembre 2020, invitava a trovare un “senso” al dramma attraverso quei “gesti di vicinanza e solidarietà” nei riguardi dei malati e di chi è stato colpito dagli effetti del Covid-19. Messaggio che non da tutti è stato colto. Anzi, alcuni governi hanno utilizzato la pandemia come un “pretesto per ridurre i diritti e consolidare l’autoritarismo“.
A denunciarlo è il segretario di Stato Usa, Antony Blinken durante la presentazione del rapporto annuale sulla situazione nel mondo (2020 Country Reports on Human Rights Practices) al dipartimento di Stato, a Washington.
VIOLENZE DA ORIENTE A OCCIDENTE
Un’ondata di violenza ha attraversato tanti Paesi, oltre a Myanmar, l’Iran,la Siria, lo Yemen,la Bielorussia,il Venezuela, Cuba, Nicaragua. Il capo della diplomazia statunitense punta il dito soprattutto contro la Russia, dopo che “testimonianze credibili” inchiodano i servizi segreti russi per l’avvelenamento dell’oppositore Aleksey Navalny, e contro la Cina, in particolare per la situazione riguardante la minoranza uigura. Per Blinken, i diritti umani sono “universali e hanno tutti lo stesso peso. Non esiste una gerarchia che renda alcuni più importanti di altri”, indicando chiare responsabilità dell’amministrazione Trump per quel silenzio che ha offuscato in questi ultimi anni il tema dei diritti umani universali.
IL CAMBIO DI PASSO DELLA AMMINISTRAZIONE BIDEN
Il riferimento alla universalità dei diritti umani era un chiaro riferimento alle dichiarazioni della “Commissione per i diritti inalienabili” voluta dall’ex segretario di Stato Mike Pompeo, che sosteneva che alcuni diritti non fossero degni di protezione. Una affermazione che non è passata inosservata soprattutto ai sostenitori delle donne e delle persone LGBTQ che si sono sentiti chiamati in causa e che hanno temuto per la gravi conseguenze ripercussioni che tali convinzioni avrebbero potuto avere sulla politica Usa.
A rassicurare gli americani e il mondo, il segretario di Stato Usa ha promesso che: “Le passate dichiarazioni squilibrate, che suggeriscono una tale gerarchia, comprese quelle di un comitato consultivo del Dipartimento di Stato che recentemente è stato sciolto, non rappresentano una linea-guida per questa amministrazione”.