Il confronto più atteso a Palazzo Chigi era previsto per oggi: Conte-Renzi. La notizia del rinvio ha colto tutti di sorpresa. Una strategia per prendere tempo e lasciare il Presidente del Consiglio sulle braci? Lo abbiamo chiesto a Ettore Rosato (Iv), vice presidente della Camera.
Se strategia c’è stata non è da parte nostra ma semmai di Conte che conosceva benissimo gli impegni a Bruxelles della nostra capo delegazione, la ministra Bellanova.
Renzi ha detto chiaramente in Senato che la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la famosa email del Presidente del Consiglio inviata alle 2 di notte sugli investimenti da fare e la task force per gestirli da approvare a distanza di sette ore, alle 9 del mattino successivo, quello che gli contestate è il metodo? Metodo ma anche contenuti! Nessuno ha il diritto di prendere decisioni così importanti per il Paese, chiusi in uno stanzino con qualche amico. Un progetto che riguarda risorse che l’Italia non rivedrà più almeno per i prossimi 30 anni, paragonabili a quelli del Piano Marshall.
Avete dichiarato che all’incontro porterete un contributo progettuale al Recovery Fund, ce ne vuole anticipare le priorità?
Innanzitutto, nel documento parliamo della necessità di un ampio coinvolgimento di tutte le forze politiche per individuare le priorità, senza perdere ulteriore tempo. Già se ne perso troppo. Per noi è impensabile non coinvolgere le attività produttive e le parti sociali nella scrittura di un progetto che vale 10 leggi finanziarie. Soprattutto andavano coinvolte le forze di opposizione. 15 regioni italiane sono governate dal centro destra non possiamo non tenerne conto. Poi, discutiamo anche del metodo. Destinare solo 9 miliardi alla Sanità sui 209 previsti per noi è una scelta inaccettabile. Così come sono troppo esigue le risorse, circa l’1,5%, al settore turistico-culturale, che rappresenta il 13% del Pil nazionale.
Quindi, per voi è possibile un dialogo Italia Viva-Salvini?
La politica ha il dovere di dialogare con tutti, ci mancherebbe altro, guai a perdere l’abitudine al dialogo. Naturalmente questo non vuol dire farci un governo, sono altri ad aver fatto un governo con Salvini…..
Noi siamo sostenitori di un consenso allargato, di una maggioranza con chiunque abbia le nostre idee, soprattutto sull’Europa.
Un rimpasto sarebbe sufficiente a superare questa crisi?
Le nostre ministre hanno già dichiarato di essere pronte a lasciare le proprie poltrone. Noi non crediamo in un rimpasto quanto piuttosto in una nuova linea politica.
Sono in scadenza molti incarichi pubblici, assisteremo al solito valzer delle poltrone, con le stesse identiche persone che passano da un ente all’altro? Possibile che in Italia non ci siano altri manager capaci?
Ruoli di grandi responsabilità richiedono alti profili ma vorrei ricordare che Renzi portò molti manager allora sconosciuti, chiediamoci anche perché tra loro ci siano ancora troppe poche donne, noi ci impegneremo su questo, ne faremo una nostra battaglia.
Condivide il suggerimento di Draghi, di evitare finanziamenti a pioggia?
Draghi ha sempre parole sagge e anche questa volta ha centrato il bersaglio.
Ha un pronostico sull’incontro con Conte?
No.