Mai vista una crisi economica di questo tipo in Italia e mai visto neppure un governo così. Si è già scritto che fanno maggioranza e opposizione da soli. Fanno tutto, da soli, tanto all’opposizione c’è un PD che ogni giorno fa opposizione a se stesso; vedi l’autosospensione dal partito di Faraone. Tutti gli interventi pubblici del PD sono rivolti alla sua riorganizzazione e al parlar male alternativamente, una volta di Salvini e una di Di Maio: sembra che la lezione di Berlusconi non gli sia proprio servita.
Noi giriamo tra Camera e Senato ogni giorno perché la nostra redazione è a 200 metri da Palazzo e li vediamo uscire e sorridere, tutti, col loro bel vestito blu parlamentare, nessuno escluso.
Però quando arriviamo a cena accendiamo la televisione e li vediamo arrabbiati che strillano e che fanno finta di essere seri e che dicono parole roboanti come “salviamo il Paese”, “sto lavorando non per il Partito ma per il Paese”, “il Paese prima di tutto”. Non ci crediamo. Scusate. State lavorando per non andare a casa, tutti (o quasi), sia con poltrone che senza poltrone, tanto lo scranno in Camera c’è.
Non abitiamo in centro e quando torniamo a casa, con l’autobus, dopo le prime fermate piene di turisti, vediamo donne con bambini che non sono poi così allegre come i parlamentari di cui abbiamo scritto prima. Proprio ieri sera ho sentito una signora al cellulare che parlando probabilmente con sua figlia le diceva di iniziare a mangiare che nel frigo c’erano ancora le polpette di ieri e la tranquillizzava che erano ancora buone; che ora arrivava lei e portava pomodori e insalata.
Non vi nascondo che alla fine ho pensato che almeno, loro, avevano da mangiare, perché nel tratto che percorro a piedi vedo sempre due o tre clochard (fa più scic chiamarli così anziché barboni) che guardano i turisti festosi passare vicino a loro e ai quali non stendono più neppure la mano. Sanno che nessuno gli darà nulla, anzi, nessuno li vede.
Al supermercato poi, il sabato mattina con mia moglie, vedo che tutti guardano con attenzione prezzi e scadenza dei prodotti e soprattutto si accostano ai banchi delle offerte e degli sconti. Non vedo più quei carrelli stracolmi di una volta. Ora “c’è la crisi” sento spesso dire, e al supermercato la vedi. Anche la fila non è più quella di una volta. E si paga in contanti tanto la carta di credito ha già esaurito il plafond mensile.
Uscendo dalla redazione, prima, se incontravo un amico o un collega era un invito sicuro: dove ceni? Dai andiamo insieme. Ora non è più così, al massimo un aperitivo veloce e via a casa.
La povertà e il disagio sono generalizzati. E anche le barzellette, che sono state il nostro rifugio nei momenti di pausa vicino alla macchinetta del caffè, non si raccontano più. Mi dite quando vi hanno raccontato l’ultima volta una barzelletta? Non vi ricordate vero?
E’ la crisi. Non abbiamo neppure più l’ultima barzelletta.