Gli auguri natalizi delle istituzioni sono diventati ieri anche l’occasione per ribadire visioni e priorità politiche, mentre continua a essere messo ʼsotto osservazioneʼ il Parlamento che si avvia a chiudere l’iter della legge di bilancio, che tante polemiche ha creato. Dal punto di vista natalizio Giorgia Meloni ha affidato ai social un augurio che ha richiamato identità e responsabilità. Lo ha fatto davanti a un presepe, simbolo scelto come filo conduttore del messaggio. Il presepe, ha spiegato, “non impone nulla”, ma racconta una storia e custodisce valori che parlano di dignità, rispetto della vita e attenzione ai fragili. Valori che, secondo il Presidente del Consiglio, hanno plasmato la comunità nazionale e che aiutano a guardare al futuro “senza paura del confronto”. Un invito alla dimensione personale ha accompagnato anche il messaggio del Presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha richiamato l’idea di un Natale da “conquistare nel cuore” e di un anno nuovo da costruire con le azioni quotidiane.
Accenti simili sono emersi negli auguri della Vicepresidente del Senato Licia Ronzulli che ha colto l-occasione per dedicare un pensiero a chi vive giorni difficili, a chi è malato, solo o al lavoro durante le festività. Il messaggio si è allargato all’Italia, descritta come una Nazione che, pur tra le difficoltà, cerca fiducia e continuità, con l’impegno delle istituzioni a proteggere i più fragili e investire sui giovani.
Auguri alle forze armate
Il Natale lontano da casa è stato al centro anche degli interventi dedicati alle Forze armate. Dal Kosovo il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha ringraziato i militari impegnati nella missione NATO KFOR, ricordando il contributo italiano, circa 900 uomini,un contingente internazionale di 33 Paesi. Un ringraziamento che si è accompagnato a quello del Ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha parlato del servizio continuo anche nei giorni di festa e il ruolo delle Forze armate nella sicurezza del Paese.
Occhio alla manovra
Accanto ai messaggi augurali il confronto politico è restatoovviamente concentrato sulla manovra di bilancio. Il Vicepremier Antonio Tajani ha rivendicato un intervento che, a suo dire, ha sostenuto imprese, ceto medio e fasce più deboli, richiamando l’attenzione sugli “ultimi” anche attraverso il suo impegno in realtà di recupero sociale. Dal fronte della maggioranza Lino Ricchiuti ha parlato di una legge di bilancio improntata a rigore e concentrazione delle risorse: taglio del cuneo fiscale per 13 milioni di lavoratori, riduzione dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% fino a 50mila euro, misure su congedi parentali e sostegno alle imprese con circa 4 miliardi per investimenti. Rivendicati anche gli stanziamenti per sanità, scuola, sicurezza e una nuova rottamazione delle cartelle.
Sul versante agricolo Coldiretti ha segnalato diversi interventi accolti nella manovra: dalla proroga della Zes agricola al 2026 alla stabilizzazione del lavoro occasionale, fino a semplificazioni sulla gestione dei rifiuti e all’istituzione delle imprese faunistico-venatorie, con l’obiettivo di rafforzare la multifunzionalità delle aziende.
Le critiche
Non sono mancate le critiche. Patto per il Nord ha denunciato la cancellazione di ʼOpzione donnaʼ come una scelta punitiva per le lavoratrici fragili, mentre Luigi Marattin ha spiegato che, anche con il Pnrr a regime, la crescita resta sotto l’1% e che senza riforme strutturali il tema del debito tornerà centrale. L’economista Tito Boeri ha riconosciuto la prudenza sui conti, ma ha parlato di assenza di visione su salari, demografia e produttività. Più articolato il giudizio di Emanuele Orsini, che ha apprezzato il sostegno agli investimenti e alla politica industriale, ma ha segnalato il rischio di deindustrializzazione e la necessità di un piano di medio periodo.
Intanto l’iter parlamentare entra nella fase finale: dopo il via libera del Senato, la manovra approda in questo fine settimana alla Camera per la seconda lettura, con l’obiettivo di chiudere entro il 31 dicembre.



