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Europa, l’allarme del WWF: “Nel 2025 smantellato il Green Deal, a rischio ambiente e salute”

mercoledì, 24 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

Il 2025 segna, secondo il WWF Italia, una netta inversione di rotta delle politiche ambientali dell’Unione europea. Un arretramento che l’organizzazione ambientalista attribuisce alle pressioni di diversi Stati membri – a partire dal governo guidato da Giorgia Meloni – ai grandi gruppi industriali e a influenze esterne all’Unione, come l’amministrazione statunitense di Donald Trump. Il risultato, secondo il WWF, è lo smantellamento progressivo del Green Deal europeo a favore di un modello centrato sulla deregolamentazione e sullo spostamento degli investimenti verso la spesa militare, a discapito delle tutele ambientali e sanitarie. Nel bilancio di fine anno, il WWF elenca otto decisioni che, considerate nel loro insieme, descrivono una trasformazione profonda dell’agenda europea. “Abbiamo passato il 2025 a contrastare singoli passi indietro nella legislazione europea, ma solo vedendoli tutti insieme ci si rende conto della trasformazione in atto”, afferma Alessandra Prampolini, direttrice generale di WWF Italia. “Il secondo mandato della presidente Ursula von der Leyen si caratterizza per scelte che segnano un pericoloso allontanamento dai valori fondanti dell’Unione europea, che hanno storicamente coniugato integrazione, diritti, qualità della vita e protezione della natura”.
Il primo fronte riguarda la lotta alla deforestazione. Il regolamento EUDR, pensato per impedire che prodotti legati alla distruzione delle foreste entrino nel mercato europeo, è stato rinviato più volte. Dopo lo slittamento deciso a fine 2024, nell’ottobre 2025 la Commissione europea ha proposto nuove modifiche e un ulteriore rinvio, poi approvato da Parlamento e Consiglio. Secondo il WWF, ogni anno di ritardo comporta la perdita di circa 50 milioni di alberi e l’emissione di 16,8 milioni di tonnellate di gas serra, nonostante le evidenze scientifiche sul ruolo dei consumi europei nella deforestazione globale.

Omnibus Ambiente

Con l’“Omnibus Ambiente” di dicembre, Bruxelles ha messo in discussione pilastri storici della tutela europea, dalle Direttive Habitat e Uccelli alla Direttiva Quadro sulle Acque. Una scelta che, secondo l’associazione ambientalista, indebolisce la protezione di ecosistemi, biodiversità e risorse idriche, aumentando i rischi per la salute pubblica e per la sicurezza dei territori. Un altro passaggio contestato è il declassamento della protezione del lupo. Dopo la revisione della Convenzione di Berna, l’Unione ha modificato anche la Direttiva Habitat, lasciando agli Stati membri la possibilità di decidere se mantenere una tutela rigorosa. Una decisione che va contro le più recenti evidenze scientifiche, secondo cui l’impatto del lupo sulla zootecnia è limitato e gli abbattimenti non sono efficaci quanto le misure di prevenzione. In Italia, intanto, in Alto Adige si è registrato il primo abbattimento legale di un lupo dopo oltre cinquant’anni.
Sul fronte agricolo, il 2025 ha segnato la conclusione della controriforma della Politica agricola comune 2023-2027, avviata dopo le proteste dei trattori. È stata smantellata gran parte dell’architettura verde, riducendo gli obblighi ambientali e le tutele nei siti Natura 2000. La proposta di PAC per il periodo 2028-2034 prevede inoltre un taglio del 23% delle risorse e l’introduzione di un Fondo unico che mette l’agricoltura in competizione con altri settori.
Deludenti, secondo il WWF, anche le scelte sul clima. L’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2040 è stato indebolito, il phase-out dei motori endotermici al 2035 è stato ridimensionato e l’entrata in vigore del sistema ETS2 rinviata. La Commissione, inoltre, non avrebbe esercitato una pressione sufficiente sugli Stati membri per rafforzare i Piani nazionali energia e clima.
Il nuovo bilancio europeo segna poi la cancellazione del programma LIFE, unico strumento dedicato esclusivamente ad ambiente e clima. Una decisione che rischia di ridurre il sostegno stabile e mirato ai progetti per la biodiversità e la tutela degli ecosistemi.

La preoccupazione

Preoccupazione anche per la liberalizzazione dei pesticidi, con l’estensione illimitata delle autorizzazioni all’immissione sul mercato, dopo il ritiro del regolamento che puntava a ridurne l’uso. Una scelta che arriva mentre sentenze della Corte di giustizia UE hanno censurato le proroghe sul glifosato e studi scientifici chiave sono stati ritirati per condizionamenti illeciti.
Infine, sono state indebolite le norme sulla trasparenza e sulla responsabilità delle imprese, riducendo gli obblighi di rendicontazione sugli impatti ambientali e sulle violazioni dei diritti umani lungo le filiere produttive.

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