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Il Papa: “Tutti i bambini del mondo possano vivere nella pace”

Leone XIV, all’Angelus, richiama il valore dell’infanzia e invita a prepararsi al Natale con pietà, carità e misericordia
lunedì, 22 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

La pace vista dagli occhi dei bambini, come diritto primario e responsabilità degli adulti. È da qui che ha preso forma il messaggio principale lanciato ieri dal Papa durante l’Angelus della IV Domenica di Avvento, celebrato il 21 dicembre 2025 come di consuetudine da Piazza San Pietro.

Leone XIV si è rivolto principalmente ai più piccoli presenti in piazza per la tradizionale benedizione delle statuette di Gesù Bambino: è stata questa l’occasione giusta per il Pontefice di invitare tutta la comunità a pregare “perché tutti i bambini del mondo possano vivere nella pace”, ponendo l’infanzia al centro di una riflessione che va oltre il momento liturgico e interroga il tempo presente. Chiaro l’appello che ha assunto un valore particolare nel contesto internazionale segnato da conflitti, migrazioni forzate e condizioni di vita che colpiscono in modo diretto proprio i più giovani. E nel richiamare la pace come orizzonte necessario Prevost ha affidato ai bambini stessi una missione sì simbolica, ma allo stesso tempo concreta: pregare davanti al presepe non solo per le proprie famiglie, ma anche per chi vive situazioni di violenza e insicurezza. Un gesto semplice, che richiama il legame tra fede, responsabilità e attenzione verso i più fragili.
Questo sguardo sull’infanzia ha fatto da cornice all’intera meditazione dell’Angelus, orientando anche la riflessione sull’Avvento e sul significato dell’attesa del Natale. Prepararsi alla nascita di Gesù, ha spiegato il Vescovo di Roma, non significa rifugiarsi in una dimensione privata, ma aprirsi a una conversione che riguarda il modo di vivere le relazioni, a partire da quelle più vulnerabili.

La figura di San Giuseppe

Nel commento al Vangelo Sua Santità si è soffermato prettamente sulla figura di San Giuseppe, proposta dalla liturgia come riferimento per questi ultimi giorni prima del Natale. L’evangelista Matteo lo presenta come “uomo giusto”, fedele alla legge, ma capace di andare oltre una lettura rigida delle norme. Di fronte alla gravidanza di Maria, Giuseppe sceglie la via della discrezione, evitando lo scandalo e la condanna pubblica. Una scelta che, secondo il Santo Padre, rivela il cuore autentico della fede: la misericordia. Questa disposizione emerge con ancora maggiore chiarezza quando Giuseppe accoglie, nel sogno, la volontà di Dio e il compito inatteso che gli viene affidato. È il momento in cui lascia le proprie certezze per affidarsi a un progetto più grande. Un passaggio che Leone XIV ha indicato come esempio di fiducia e di responsabilità, capace di parlare anche all’uomo di oggi, chiamato a vivere l’incertezza senza chiudersi, ma aprendosi all’altro.
Pietà, carità, misericordia e abbandono fiducioso sono le virtù che Leone XIV ha indicato come guida per il tempo di Avvento. Atteggiamenti che educano all’incontro con Cristo e aiutano a costruire relazioni fondate sull’ascolto, sul perdono e sulla speranza. In questo senso, il presepe diventa immagine concreta di una casa accogliente, dove ciascuno può trovare spazio e dignità.

I saluti

Al termine dell’Angelus il successore di Pietro ha salutato i pellegrini provenienti dall’Italia e da altri Paesi, con un pensiero particolare per i bambini e i ragazzi di Roma. Davanti ai ‘Bambinelli’, destinati ai presepi delle case, delle scuole e degli oratori, il Papa ha rinnovato l’invito alla preghiera per la pace e ha chiesto di ricordare anche le sue intenzioni. La benedizione conclusiva e l’augurio di un Natale santo e sereno hanno ricondotto il messaggio al suo nucleo essenziale: la pace come impegno quotidiano, da costruire partendo dai più piccoli.

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