0

Ue, accordo sul prestito da 90 miliardi all’Ucraina. Meloni: “Ha prevalso il buon senso”

Intesa al Consiglio europeo sul sostegno a Kiev per il biennio 2026-2027. Finanziamento raccolto sui mercati, escluso l’uso degli asset russi congelati. Von der Leyen: “Garantito il finanziamento”. Putin: “Rapina fallita”
sabato, 20 Dicembre 2025
3 minuti di lettura

Sono contenta che abbia prevalso il buon senso, che si sia riusciti a garantire le risorse necessarie con una soluzione che ha una base solida sul piano giuridico e finanziario”. Sono queste le parole con le quali Giorgia Meloni ha commentato nella mattinata di ieri a Bruxelles l’accordo raggiunto dal Consiglio europeo sul sostegno all’Ucraina, che prevede un prestito da 90 miliardi di euro per il biennio 2026-2027.

Al termine del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea (conclusosi nella nottata tra giovedì e ieri), il Presidente del Consiglio ha espresso soddisfazione per l’esito dei lavori, indicando due risultati centrali per l’Italia: il finanziamento a Kiev per i prossimi due anni e il rinvio del dossier Mercosur. Sul fronte ucraino, il Premier ha sottolineato la scelta di una soluzione ritenuta sostenibile e in grado di evitare rischi giuridici e finanziari per gli Stati membri.

Presidente ucraino Volodymyr Zelensky

L’intesa è stata raggiunta dopo una lunga discussione svoltasi a Bruxelles. Il Consiglio europeo ha proceduto a uno scambio di opinioni con il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e ha fatto il punto sugli ultimi sviluppi del conflitto e sulle esigenze economiche del Paese. Al centro del confronto, le opzioni presentate dalla Commissione europea per far fronte alle pressanti necessità finanziarie dell’Ucraina nel periodo 2026-2027.

L’accordo

L’accordo prevede la concessione di un prestito di 90 miliardi di euro, che sarà raccolto dall’Unione europea sui mercati dei capitali e garantito dal margine di manovra del bilancio Ue. Il meccanismo sarà attuato attraverso una cooperazione rafforzata ai sensi dell’articolo 20 del Trattato sull’Unione europea, in relazione allo strumento basato sull’articolo 212 del Trattato sul funzionamento dell’Ue. In questo quadro, qualsiasi utilizzo di risorse del bilancio dell’Unione come garanzia per il prestito non inciderà sugli obblighi finanziari di Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, che hanno ottenuto la possibilità di non partecipare al finanziamento pur dando il loro consenso politico all’intesa. Il testo contenuto nel documento EUCO 26/25 è stato sostenuto da 25 capi di Stato o di governo. Il Consiglio europeo ha inoltre chiarito che l’accordo tiene conto del carattere specifico delle politiche di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri e degli interessi di tutti i Paesi dell’Unione in materia di sicurezza, in conformità ai trattati.

Resta escluso, almeno in questa fase, l’utilizzo diretto degli assetrussi congelati nell’Unione europea. I beni rimarranno immobilizzati fino a quando la Russia non risarcirà l’Ucraina per i danni causati dalla guerra. L’uso immediato degli asset non ha trovato l’unanimità necessaria e avrebbe comportato, secondo diversi leader, potenziali contenziosi e ripercussioni sui mercati finanziari.

“Una rapina” fallita

Vladimir Putin, Presidente Russia

La decisione ha suscitato la dura reazione del Presidente russo Vladimir Putin, che nella conferenza stampa di fine anno ha definito “una rapina” i tentativi europei di appropriarsi dei beni russi congelati. Secondo il leader del Cremlino, una simile operazione avrebbe avuto conseguenze per i bilanci degli Stati coinvolti e avrebbe aumentato il debito pubblico, oltre a minare la fiducia nell’eurozona. Putin ha annunciato che, in caso di sequestro futuro, la Russia si difenderà in tribunale in una giurisdizione indipendente dalle decisioni politiche. Di segno opposto le valutazioni della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha rivendicato l’accordo come una risposta concreta alle esigenze finanziarie urgenti di Kiev. Von der Leyen ha ricordato che la Commissione aveva proposto due soluzioni, entrambe giuridicamente valide: l’indebitamento dell’Ue sui mercati e un prestito legato alle riparazioni di guerra. Gli Stati membri hanno infine scelto la prima opzione, stabilendo che l’Ucraina dovrà rimborsare il prestito solo una volta ricevuti eventuali risarcimenti, mentre fino ad allora i beni russi resteranno congelati.

Friedrich Merz, Cancelliere della Repubblica Federale di Germania

Sulla stessa linea il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha spiegato come la proposta originaria di utilizzare subito diversi strumenti legati agli asset russi fosse troppo complessa da attuare. La soluzione adottata, ha affermato, consente di rendere disponibili i fondi in modo graduale, rinviando a una fase successiva le decisioni sull’eventuale utilizzo dei beni russi.

“Grato all’Ue”

Zelensky ha ringraziato l’Unione europea per il prestito, definendolo un sostegno significativo alla resilienza del Paese e una garanzia di sicurezza finanziaria per i prossimi anni. In un messaggio diffuso sui social, ha sottolineato l’importanza di mantenere immobilizzati i beni russi e l’unità dimostrata dai leader europei.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti

“Unità per avvenire più ricco. Stop a tutte le guerre”

“Oggi Costituzione, Inno e Tricolore simboleggiano la Repubblica. Più vero…

“Ukraina – Stranieri amori alle soglie della guerra” di Gabriele Lanci

“Ukraina – Stranieri amori alle soglie della guerra”, edito dall’associazione…