La polizia francese ha arrestato altre quattro persone nell’ambito delle indagini sul clamoroso furto di gioielli avvenuto al Museo del Louvre lo scorso 19 ottobre. Si tratta di due uomini, di 38 e 39 anni, e due donne, di 31 e 40 anni, tutti originari della regione parigina. Con questi fermi, le autorità ritengono di aver individuato l’intera banda responsabile del colpo, ma il destino dei preziosi rubati — stimati in oltre 88 milioni di euro — rimane avvolto nel mistero. L’operazione è stata condotta tra Parigi e Laval, nella Mayenne, dove è stato rintracciato l’ultimo sospettato, già noto alle forze dell’ordine. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe avuto il ruolo di “palo” durante la rapina, attendendo gli altri membri su uno scooter all’esterno della Galleria Apollo, dove erano custoditi gli otto gioielli della corona francese trafugati. I nuovi arresti si aggiungono ai fermi effettuati tra fine ottobre e inizio novembre, quando erano stati individuati i primi due sospettati, residenti ad Aubervilliers. Le indagini, coordinate dalla Procura di Parigi, si sono avvalse della collaborazione della brigata antiterrorismo e della squadra anti-gang, che hanno analizzato ore di video sorveglianza e tracciato movimenti sospetti nei giorni precedenti al furto. Nonostante il successo investigativo, la refurtiva non è ancora stata recuperata. Gli investigatori non escludono che i gioielli siano già stati smistati all’estero o nascosti in luoghi difficilmente accessibili. Il Louvre, intanto, ha rafforzato le misure di sicurezza e ha temporaneamente chiuso l’accesso alla Galleria Apollo, mentre il Ministero della Cultura ha avviato una revisione dei protocolli di protezione delle opere di valore storico. Il furto, avvenuto in pieno giorno, ha sollevato interrogativi sulla vulnerabilità dei grandi musei e sulla crescente sofisticazione delle bande criminali.



