Il Camerun perde uno dei suoi volti più noti dell’opposizione politica. Tchiroma Bakary, leader di lungo corso e figura centrale nel dibattito nazionale, ha lasciato il Paese per rifugiarsi in Gambia, dopo settimane di crescenti minacce alla sua sicurezza personale. La notizia, confermata da fonti vicine al suo partito, ha suscitato forte preoccupazione tra i sostenitori e ha riacceso il dibattito sulla repressione politica in corso nel Paese. Secondo quanto riportato, Bakary avrebbe deciso di partire in seguito a pressioni e intimidazioni che si sarebbero intensificate negli ultimi mesi, in un contesto di tensione crescente tra governo e opposizione. La sua fuga rappresenta un duro colpo per il fronte anti-governativo, che già fatica a mantenere coesione e visibilità in un panorama politico dominato dal presidente Paul Biya e dal suo partito. Il Gambia, scelto come destinazione, è stato indicato da Bakary come “luogo sicuro” e “terra di dialogo”, dove poter continuare la sua attività politica senza il timore di persecuzioni. Le autorità gambiane non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma fonti diplomatiche parlano di un’accoglienza discreta, volta a evitare tensioni con Yaoundé. La diaspora camerunense ha reagito con solidarietà, sottolineando come l’esilio di Bakary sia il simbolo di una crisi democratica che priva il Paese di voci critiche e indipendenti. Organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno espresso preoccupazione, chiedendo al governo camerunense di garantire maggiore protezione agli oppositori e di rispettare le libertà fondamentali. L’uscita di scena di Bakary dal Camerun rischia di indebolire ulteriormente l’opposizione interna, lasciando un vuoto politico difficile da colmare. Al tempo stesso, la sua presenza in Gambia potrebbe trasformarsi in un nuovo centro di mobilitazione per gli esuli e per quanti chiedono un cambiamento democratico nel Paese.



