Per dirla in maniera spiccia non è cambiato praticamente nulla, se è vero che le elezioni regionali in Campania, Puglia e Veneto hanno prodotto ieri tre conferme, tutto sommato abbastanza scontate: le prime due rimangono al Centrosinistra, mentre il Veneto resta al Centrodestra. I nuovi Presidenti sono Roberto Fico con il 62%, Antonio Decaro con il 65% e Alberto Stefani con il 64%. L’affluenza complessiva si è fermata al 43,64%, con una riduzione di circa 14 punti rispetto alla precedente tornata: un dato assolutamente negativo. Il nuovo quadro nazionale vede quindi il Centrodestra alla guida di 13 regioni, il Centrosinistra di 6 e l’Union Valdotaine di una.
In Campania
In Campania la vittoria di Roberto Fico ha sancito la continuità della coalizione che ha governato la regione negli ultimi anni, con alla guida Vincenzo De Luca. Edmondo Cirielli, candidato del Centrodestra, ha riconosciuto già poco dopo l’inizio dello spoglio elettorale il successo della coalizione uscente e ha formulato auguri di buon lavoro al Governatore eletto. Dal Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha interpretato il risultato come un passaggio significativo per la presenza del partito nelle amministrazioni regionali, sostenendo che la vittoria ha confermato la capacità di intercettare le esigenze sociali e la distanza dalle polemiche nazionali. La deputata Gilda Sportiello ha invece detto che il progetto politico costruito negli ultimi anni ha trovato riscontro nelle urne, pur evidenziando la necessità di recuperare partecipazione dopo il dato sull’affluenza.
Il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha attribuito il risultato alla costruzione di una coalizione ampia e condivisa che parte dall’area metropolitana. Manfredi ha ritenuto che la capacità di raccogliere consenso sia legata alla continuità del lavoro avviato a Napoli e che il voto confermi l’opportunità di mantenere questo schema anche a livello regionale. Il Segretario campano del PdPiero De Luca ha messo in relazione l’esito con la scelta di unire la coalizione progressista e di evitare campagne polarizzate, definendo la vittoria un punto di partenza per l’alternativa nazionale in vista del 2027. “Sono venuti qui tutti i ministri, hanno promesso qualunque cosa, ma oggi questa Regione, questa maggioranza, batte il governo Meloni”, il primo commento di Fico che ha vinto grazie una coalizione ampia e bilanciata, dove il Pd è stato primo partito (19%) ma le liste civiche legate al candidato hanno portato un contributo consistente. Il M5S ha pesato meno che in passato (9,6%), ma è restato decisivo nella costruzione dell’alleanza.
Nel fronte del Centrodestra campano Salvatore Ronghi ha parlato di un risultato “positivo” per Cirielli, considerando la durata ridotta della campagna elettorale. Ronghi ha spiegato che una parte consistente del consenso del Centrosinistra delle precedenti regionali sia confluita verso il non voto o verso il Centrodestra, interpretando il dato come un segnale per le prossime sfide amministrative a Napoli e per un eventuale percorso di ricostruzione della coalizione regionale.
In Veneto
In Veneto la conferma del Centrodestra è arrivata con l’elezione di Alberto Stefani. Giorgia Meloni ha definito la vittoria il risultato del lavoro svolto dalla coalizione nel corso degli anni e ha rivolto a Stefani gli auguri per le responsabilità future. Matteo Salvini ha parlato di un successo legato alla “squadra”, mentre il Ministro Giuseppe Valditara si è congratulato pubblicamente. Il Presidente della Lombardia Attilio Fontana ha collegato la conferma del Centrodestra ai rapporti istituzionali tra le due regioni, ricordando le collaborazioni in corso su autonomia e grandi eventi come le Olimpiadi. Fontana ha ringraziato inoltre Luca Zaia per la lunga esperienza amministrativa.
Stefani ha vinto in Veneto con il 64,2%, sostenuto soprattutto dalla Lega–Liga Veneta che da sola vale il 35,9%. Fratelli d’Italia si è fermato al 18,6%, mentre Forza Italia ha ottenuto il 6,4%. Le liste minori della coalizione completano il quadro, contribuendo al largo margine finale.
In Puglia
In Puglia Antonio Decaro ha superato ampiamente lo sfidante del Centrodestra, Luigi Lobuono. Il Pd regionale ha definitivo l’esito un’indicazione chiara di continuità e un segnale politico che può riflettersi anche in prospettiva nazionale. Il Segretario Domenico De Santis ha ricordato la crescita del partito rispetto alla precedente tornata e ha sottolineato che la sfida principale resta la partecipazione al voto. Michele Emiliano, Presidente uscente, ha considerato la vittoria come conferma del percorso amministrativo degli ultimi vent’anni e ha individuato nelle prossime fasi di Governo il compito di aggiornare strategie e obiettivi. “La mia vittoria non è un messaggio al Governo. Con l’esecutivo voglio collaborare come ho sempre fatto anche con quello in carica. L’ho fatto quando ho dovuto alzare i toni per difendere i sindaci di questo Paese nel momento in cui sembrava che potessimo perdere quelle risorse del Pnrr che erano tanto importanti per i Comuni, che finalmente vedevano risorse per colmare dei divari. Ho alzato i toni quando quelle risorse sono ritornate o sono state sostituite da altre risorse. Ma io ho anche ringraziato questo Governo e mi è capitato di collaborare o di litigare con governi di colore diverso”, le prime parole di Decaro che ha ottenuto un risultato molto ampio, sfiorando il 65% e trainato da un Pd forte (25,8%) e da più liste civiche collegate al suo nome. Il contributo del M5S è rilevante, ma non determinante (7,5%).
I commenti
A livello nazionale esponenti del Partito democratico come Debora Serracchiani, Chiara Braga, Marco Furfaro, Alessandro Alfieri e Giuseppe Provenzano hanno collegato i risultati al lavoro svolto per rendere stabile l’alleanza progressista. Secondo loro il voto conferma che la coalizione unitaria è in grado di competere in contesti diversi. Secondo la Segretaria Elly Schlein la linea della coalizione condivisa ha funzionato in tutte e tre le regioni e che la crescita registrata anche in Veneto ha indicato un percorso da proseguire.



