La Cina e la Germania hanno intensificato i rapporti bilaterali nei settori strategici, con l’obiettivo di ridurre le tensioni legate al mercato delle terre rare. In un contesto globale segnato da restrizioni all’export imposte da Pechino e da crescenti pressioni statunitensi, Berlino ha scelto di rafforzare il dialogo con il Dragone per garantire la continuità delle forniture di materiali indispensabili all’industria tecnologica e automobilistica. Secondo fonti diplomatiche, nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli incontri tra rappresentanti dei due governi e delle principali aziende, con focus su energia rinnovabile, semiconduttori e mobilità elettrica. La Germania, cuore manifatturiero d’Europa, dipende in larga misura dalle terre rare per la produzione di batterie, turbine e componenti elettronici. La Cina, che controlla oltre il 90% della raffinazione mondiale, ha recentemente introdotto nuove licenze per l’esportazione, provocando timori di interruzioni nelle catene di approvvigionamento. Il cancelliere tedesco ha sottolineato la necessità di “un approccio pragmatico” per evitare che le tensioni geopolitiche si traducano in crisi industriali. Pechino, dal canto suo, ha colto l’occasione per presentarsi come partner affidabile, nonostante le accuse occidentali di pratiche commerciali aggressive. L’intesa prevede non solo la garanzia di forniture, ma anche investimenti congiunti in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di diversificare l’uso dei minerali critici e ridurre la dipendenza da singoli fornitori. Gli analisti osservano che la mossa di Berlino potrebbe creare frizioni con Bruxelles e Washington, impegnate a limitare l’influenza cinese sulle catene globali. Tuttavia, per la Germania la priorità resta la salvaguardia della propria competitività industriale. “Non possiamo permetterci di fermare le fabbriche per mancanza di materiali”, ha dichiarato un alto funzionario del ministero dell’Economia.



