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Bangladesh, condanna a morte per Sheikh Hasina: crimini contro l’umanità nella repressione del 2024

martedì, 18 Novembre 2025
1 minuto di lettura

L’ex prima ministra del Bangladesh Sheikh Hasina, al potere per oltre quindici anni, è stata condannata a morte in contumacia per crimini contro l’umanità. La sentenza, emessa dal Tribunale per i crimini internazionali di Dacca, riguarda la sanguinosa repressione delle proteste studentesche dell’estate 2024, durante le quali, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, oltre 1.400 persone sarebbero state uccise dalle forze di sicurezza. Hasina, 78 anni, si trova attualmente in esilio in India, dove si è rifugiata nell’agosto 2024 dopo essere stata costretta alle dimissioni. Il processo si è svolto in sua assenza, tra le critiche di osservatori internazionali e organizzazioni per i diritti umani, che denunciano irregolarità procedurali e un possibile uso politico della giustizia. “È un tribunale farsa,” ha dichiarato Hasina in un comunicato, accusando il governo ad interim di voler cancellare la sua eredità politica. Il tribunale ha riconosciuto l’ex premier colpevole di tre capi d’accusa: istigazione alla violenza, ordine diretto di aprire il fuoco sui manifestanti e mancata prevenzione delle atrocità. Condannato a morte anche l’ex ministro dell’Interno Asaduzzaman Khan Kamal, anch’egli in esilio. La reazione internazionale è stata cauta. L’India ha “preso atto” della sentenza, ribadendo il proprio impegno per la stabilità e la democrazia nella regione. Le Nazioni Unite, pur non commentando direttamente la condanna, hanno espresso “profonda preoccupazione” per l’uso della pena capitale in processi legati a eventi politici. La condanna di Hasina segna un punto di svolta nella storia recente del Bangladesh. Figlia del padre fondatore della nazione, Sheikh Mujibur Rahman, Hasina ha dominato la scena politica per decenni, alternando fasi di riformismo e autoritarismo. La sua caduta ha aperto una nuova fase di instabilità. La sentenza potrà essere impugnata presso la Corte Suprema, ma resta incerto se e quando potrà essere eseguita.

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