La quota di debito pubblico italiano detenuta dalle famiglie è quasi raddoppiata negli ultimi anni. Secondo i dati della Fabi, ad agosto 2025 i nuclei familiari possedevano 442,4 miliardi di euro in titoli di Stato, pari al 14,4% del totale di 3.081 miliardi. Un forte aumento rispetto al minimo del 7,9% registrato nel 2021.
Il successo dei Btp
Questo incremento è il risultato di diversi fattori: rendimenti più elevati, il grande successo dei Btp rivolti al retail e una rinnovata preferenza per strumenti considerati sicuri. Solo il Btp Valore, nelle varie emissioni dal 2023, ha raccolto 93 miliardi di euro.
Clima di fiducia
L’analisi arriva dall’Ufficio Analisi & Ricerche della Federazione autonoma dei bancari italiani (Fabi). Il segretario generale, Lando Maria Sileoni, sottolinea come questo trend rifletta un clima di rinnovata fiducia:
“Le famiglie italiane stanno tornando a investire nei titoli di Stato e lo fanno perché hanno fiducia. Fiducia nel Paese, nella sua tenuta sociale e politica, nella capacità dell’Italia di attraversare una fase internazionale complicata con maggiore solidità rispetto ad altri grandi partner europei. Questo dato non nasce per caso: le famiglie non mettono i loro risparmi nei Btp se non percepiscono stabilità, continuità e una prospettiva credibile”.
Famiglie e imprese investono
Le famiglie e, in parte, anche le imprese tornano dunque protagoniste nell’acquisto di Bot e Btp, contribuendo a una struttura della domanda di debito pubblico più domestica e più resiliente.
L’Italia porto sicuro
È un segnale politico, prima ancora che economico. “Con l’Europa attraversata da tensioni elettorali, instabilità istituzionale e crescita debole”, osserva il segretario generale della Fabi, “basti guardare cosa sta accadendo in Francia e Germania. L’Italia è percepita come un porto più sicuro, un mercato più affidabile, un Paese che garantisce maggiore continuità. È proprio qui che si vede la differenza: famiglie, banche e investitori internazionali mostrano tre dinamiche diverse, ma tutte convergono su un punto. L’Italia è oggi considerata più stabile e più credibile di altri grandi Paesi europei”, conclude Lando Maria Sileoni, “È questa la vera chiave politica dei dati”.



