Il rilancio degli ospedali deve partire dai medici, dagli infermieri e strutture. C’è un mondo di eccellenza che va sostenuto adeguatamente
C’è una sensazione sottile ma diffusa che attraversa il Paese: un disagio che non nasce soltanto dai fatti di cronaca, ma da un clima generale di fragilità. I cittadini percepiscono la sicurezza come un bene incerto, esposto alle scosse della violenza improvvisa, della guerra lontana ma onnipresente nei notiziari, e della progressiva erosione dei presìdi sociali che un tempo offrivano protezione.
La guerra, nella sua forma estrema, non è solo devastazione: è anche il rovescio della medaglia, la corsa agli investimenti negli armamenti che rischia di sacrificare ciò che dovrebbe essere intoccabile — sanità, scuola, sviluppo, cultura. E mentre il mondo si arma, le persone nelle nostre città percepiscono il disagio di una insicurezza quotidiana, più psicologica che statistica: la percezione che la violenza possa colpirci ovunque, nel tragitto verso il lavoro o in una strada affollata. Paradossalmente, i dati ci dicono che le città sono oggi più sicure rispetto a decenni fa. Ma l’ansia collettiva, pesa più di qualsiasi grafico.
Per questo la sicurezza non può essere affrontata con slogan o allarmi improvvisati. Serve una presenza delle forze dell’ordine più visibile e coordinata, certo, ma questo è solo un tassello.
L’appello di commercio e artigiani
Lo ripetono da anni le Associazioni di commercianti e artigiani: le città diventano più sicure quando tornano a vivere. Più negozi aperti, più attività produttive, più luci accese nelle strade. Le vetrine sono piccole sentinelle urbane: dove c’è lavoro, c’è anche presidio sociale; dove c’è presidio sociale, la paura arretra.
La sanità pubblica da sostenere
Il secondo pilastro è la sanità, il luogo in cui lo Stato mostra il suo volto più umano — o la sua assenza. L’Italia con figure come Carlo Donat-Cattin seppe costruire un Servizio Sanitario Nazionale che fu modello d’efficienza, equità e orgoglio civico. Oggi quel modello va rimesso in piedi con coraggio, perché un Paese che non cura i suoi cittadini più fragili è un Paese che si ammala da solo. La ricostruzione deve partire dai medici, dagli infermieri, dalle strutture: persone e luoghi spesso stremati, ma ancora capaci di eccellenza se sostenuti adeguatamente.
L’impegno di Stato e Governo
Sicurezza e sanità sono i due ambiti in cui un cittadino misura, in modo concreto, la qualità di uno Stato e di un Governo. Qui non bastano annunci: servono investimenti veri, programmazione e continuità. Il centrodestra ha avviato progetti con il Piano nazionale di ripresa e interventi specifici nel campo della sicurezza; ora la sfida è andare oltre, progettare meglio, rafforzare ciò che è stato avviato e soprattutto mostrare ai cittadini che il cambiamento è reale, tangibile, quotidiano.
Un futuro con meno paure e più servizi
Perché è su queste cose — sentirsi sicuri per strada, potersi curare senza ostacoli, vedere il proprio quartiere tornare vivo — che si costruisce il consenso. Ma soprattutto, è su queste cose che si costruisce un Paese che guarda al futuro senza paura.



