Quello di ieri del Papa è stato un nuovo invito accorato alla pace, pronunciato davanti a una piazza San Pietro gremita come non mai. Davanti a circa 70mila fedeli, riuniti per la canonizzazione di sette nuovi santi, Papa Leone XIV ha dunque levato ieri la sua voce contro le guerre che continuano a ferire il mondo, continuando a chiedere “una pace giusta e duratura in Terra Santa e in Ucraina” e l’immediata cessazione delle armi in Myanmar. “Affidiamo all’intercessione della Vergine Maria e dei nuovi Santi la nostra continua preghiera per la pace”, ha detto il Pontefice. “Dio conceda a tutti i responsabili saggezza e perseveranza per avanzare nella ricerca di una pace giusta e duratura”.
Leone XIV ha dedicato ampio spazio al dramma che si sta consumando nel Myanmar, teatro di violenti scontri armati. “Le notizie che giungono sono purtroppo dolorose: riferiscono di continui bombardamenti su persone e infrastrutture civili. Sono vicino a quanti soffrono a causa della violenza, dell’insicurezza e di tanti disagi. Rinnovo il mio accorato appello affinché si giunga a un cessate il fuoco immediato ed efficace. Che gli strumenti della guerra cedano il passo a quelli della pace, attraverso un dialogo inclusivo e costruttivo”.
La celebrazione

L’Angelus ha concluso una celebrazione che ha visto protagonisti sette nuovi santi: Ignazio Maloyan, Peter To Rot, Vincenza Maria Poloni, María Carmen Rendiles Martínez, Maria Troncatti, José Gregorio Hernández Cisneros e Bartolo Longo. Nel corso dell’omelia il Santo Padre ha invitato i fedeli a non stancarsi di pregare e di credere, ricordando che “la fede è il respiro dell’anima, come il respiro sostiene la vita del corpo. Senza preghiera, la fede si spegne”. Durante la Messa, celebrata sul sagrato della Basilica di San Pietro, erano presenti anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Libano e delegazioni ufficiali da Armenia e Venezuela, segno del valore universale dell’evento e della forza di coesione spirituale della Chiesa. “Ringrazio i Cardinali, i Patriarchi e i Vescovi presenti e saluto con riconoscenza i rappresentanti dei popoli che oggi hanno voluto unirsi a questa grande festa della santità”, ha aggiunto il Vescovo di Roma.

Il Papa ha poi ricordato che la giornata di ieri coincideva con la Giornata Missionaria Mondiale, dedicata a quanti portano il Vangelo nei luoghi più difficili del mondo: “La Chiesa è tutta missionaria, ma oggi preghiamo in modo speciale per quegli uomini e quelle donne che hanno lasciato tutto per portare la speranza a chi non conosce Cristo. Sono missionari di speranza tra le genti. Il Signore li benedica”.
Cristo Morado
Al termine della celebrazione Leone XIV ha benedetto l’immagine del Cristo Morado, in occasione della Grande Processione Internazionale del Signore dei Miracoli, manifestazione di profonda devozione popolare che ha richiamato a Roma fedeli da tutto il mondo ispanico. Il messaggio del Pontefice è arrivato in un momento di particolare tensione internazionale, con le tensioni in Medio Oriente, il protrarsi della guerra in Ucraina e l’aggravarsi della crisi umanitaria in Asia. Le parole del Papa hanno avuto il tono di un appello morale e politico insieme, rivolto ai leader mondiali perché “non cedano alla logica della violenza ma aprano la strada al dialogo e alla misericordia. La pace non è mai un’utopia, ma una responsabilità che comincia dal cuore di ciascuno. Non c’è pianto che Dio non consoli, non c’è lacrima lontana dal suo cuore. Il Signore ci ascolta, ci abbraccia come siamo e ci trasforma come Lui è. Solo la pace costruisce futuro, mai la guerra”.