Nel 2024 in Italia i reati commessi contro i minori hanno raggiunto quota 7.204, segnando un record assoluto. È la prima volta, da quando il Servizio di analisi criminale raccoglie questi dati, che si supera la soglia delle settemila denunce. Il dato emerge dal 14° dossier La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo diffuso da Terre des Hommes in occasione della Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze dell’11 ottobre. Rispetto al 2023 si registra un incremento del 4 per cento e oltre sei vittime su dieci sono femmine.
L’aumento dei casi e le tipologie di reato più diffuse
Già nel 2023 i reati a danno dei giovanissimi erano stati 6.952, con una media di 19 episodi al giorno. Nel decennio 2013-2023 si era osservata una crescita complessiva del 35 per cento. La voce più numerosa resta quella dei maltrattamenti in famiglia, con 2.843 casi nel 2023, un dato raddoppiato rispetto a dieci anni prima. Seguono le violenze sessuali, che nello stesso anno sono state 912, con un incremento del 51 per cento dal 2013.
La prevalenza delle vittime femminili
Il dossier sottolinea come la gran parte delle vittime di reati legati alla sessualità sia di sesso femminile. Nel 2023 l’89 per cento delle vittime di violenza sessuale erano bambine o ragazze, mentre la percentuale scende all’85 per cento per le violenze aggravate. Anche negli atti sessuali con minorenni la quota femminile è predominante, attestandosi al 79 per cento. Le percentuali si mantengono elevate pure nella detenzione di materiale pornografico minorile e nella corruzione di minori, entrambe con vittime femmine in circa otto casi su dieci.
I reati in calo ma ancora preoccupanti
Non tutte le tipologie mostrano una crescita. Nel 2023 sono calati i casi di prostituzione minorile, scesi a 28 con una diminuzione del 24 per cento. In discesa anche la detenzione di materiale pedopornografico, con 59 episodi, e la corruzione di minore, con 94 casi. Pure la violenza sessuale aggravata ha registrato un -7 per cento, pur rimanendo su livelli molto alti rispetto a dieci anni fa, quando il fenomeno era meno diffuso.
Il peso della famiglia e la fiducia nelle denunce
Molti episodi avvengono all’interno delle mura domestiche, mettendo in discussione l’immagine della famiglia come luogo di protezione. “Due fattori devono farci riflettere – ha dichiarato Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes – l’idea della famiglia come luogo sicuro mostra più di una crepa e la violenza continua a consumarsi in maggioranza sul corpo delle bambine e delle ragazze”. A commentare i dati è intervenuta anche la vice questore Eugenia Sepe: “L’incremento delle denunce indica che le campagne di informazione stanno producendo risultati e rafforzano il rapporto di fiducia con le vittime”.
L’altra faccia dell’emergenza: la salute mentale
Il dossier non si limita a fotografare i reati, ma segnala anche una crescita del disagio psicologico tra i giovani, in particolare tra le ragazze. Nove su dieci dichiarano di percepire rischi per il proprio benessere mentale. Tra i fattori più citati ci sono la difficoltà ad accettarsi, i conflitti con i genitori, le pressioni scolastiche, la solitudine e la preoccupazione per il futuro. La violenza fisica e psicologica resta comunque un elemento centrale di vulnerabilità.