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Roma, corteo pro-Palestina: folla e tensioni nel centro storico

Scontri a Santa Maria Maggiore: cariche, idranti e una ragazza ferita. Il fronte politico si spacca, condanna per la statua di Wojtyla imbrattata
domenica, 5 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Una giornata, quella di ieri, a dir poco caotica per Roma, attraversata da una manifestazione in solidarietà con la Palestina. Secondo gli organizzatori in piazza è sceso un milione di persone; le stime delle forze dell’ordine parlano invece di circa 300mila partecipanti. Come sempre in questi casi, i pareri sono alquanto discordanti. E anche di tanto, bisognerebbe aggiungere.

Qualunque sia la cifra, la città è stata completamente paralizzata riferendosi alle vie del centro, da Porta San Paolo fino a piazza San Giovanni. Tantissime le bandiere palestinesi, tanti i cori contro il Premier israeliano Benjamin Netanyahu e a favore di Gaza. L’atmosfera, inizialmente pacifica, si è progressivamente accesa nel tardo pomeriggio, quando alcuni gruppi hanno tentato di forzare i varchi di sicurezza. La tensione è esplosa in particolare all’altezza di Santa Maria Maggiore, dove un centinaio di incappucciati si è staccato dal corteo principale cercando di deviare verso via Merulana.

Scontri e cariche

Le forze dell’ordine, in assetto antisommossa, hanno risposto con cariche di alleggerimento, lanci di lacrimogeni e l’uso di idranti, riuscendo a isolare il gruppo nei pressi della storica basilica (dove riposa Papa Bergoglio). Una giovane manifestante è rimasta ferita negli scontri: soccorsa dai sanitari sul posto, è stata portata via in ambulanza. Un secondo gruppo, di dimensioni simili, è stato fermato poco dopo in via Lanza. Complessivamente sono circa 200 le persone identificate durante i tafferugli. Nel corso dei controlli, la polizia ha sequestrato maschere antigas, tute monouso e aste metalliche trovate su due pullman e un’auto diretti verso il corteo.

Gli agenti hanno raggiunto la zona di San Giovanni, dove si concentrava il cuore della manifestazione, avvisando i passanti della presenza di infiltrati: “È pieno di black bloc”, hanno gridato per spiegare l’intervento.
Già nei pressi del Colosseo erano stati notati gruppi di manifestanti con il volto coperto e attrezzature protettive. La scena ha spaventato molte famiglie, che hanno preferito allontanarsi dal corteo. Nonostante gli episodi di tensione, la maggior parte dei partecipanti ha continuato la marcia pacificamente fino a piazza San Giovanni, dove dal camion-palco è arrivato l’annuncio trionfale: “Siamo un milione”. Ma, ripetiamo, per le forze dell’ordine la cifra è stata di molto inferiore

Il fronte politico si divide

Chiaramente la manifestazione ha immediatamente acceso il dibattito politico. Dal Centrosinistra per esempio la deputata Debora Serracchiani (Pd) ha parlato di “successo popolare che non può essere distorto né dagli estremisti incappucciati né dalla destra rancorosa”. Il Movimento 5 Stelle ha sottolineato la portata della piazza: per Chiara Appendino, si è trattato di “una marea che chiede giustizia e diritti”; Alessandra Maiorino ha accusato il governo di immobilismo e silenzio complice; Riccardo Ricciardi ha parlato di “mobilitazione di popolo”; Nicola Fratoianni (Avs) ha definito il corteo “la risposta reale di chi non accetta più l’ipocrisia”. Il senatore Marco Croatti, appena rientrato da Israele dopo la vicenda della Flotilla, è stato accolto con applausi dai manifestanti.

Dal Centrodestra, invece, sono arrivate durissime critiche. Il deputato della Lega Luca Toccalini ha denunciato la presenza di bandiere di Hamas e Hezbollah. Raffaele Speranzon (FdI) ha definito “vergognoso” lo striscione ‘7 ottobre giornata di resistenza’, parlando di “atto di antisemitismo puro” e chiedendo prese di posizione nette da Elly Schlein e Giuseppe Conte. Per Deborah Bergamini (Forza Italia) in piazza sfilavano “quinte colonne del fondamentalismo islamico”.

Wojtyla imbrattato

In mattinata un gesto vandalico ha contribuito ad aumentare le tensioni. La statua di Giovanni Paolo II in piazza dei Cinquecento, nei pressi della stazione Termini, è stata imbrattata con la scritta “fascista di m…” e il simbolo della falce e martello. Sùbito comunque i carabinieri sono intervenuti per rimuovere le scritte. L’episodio ha ovviamente suscitato una condanna trasversale. Giorgia Meloni ha parlato di “atto indegno”, Antonio Tajani ha definito i responsabili “estremisti di Sinistra” e ha invocato la fine dell’odio. Paolo Zangrillo ha parlato di “insulto alla memoria di un uomo che ha dedicato la vita alla libertà dei popoli”. Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha ringraziato l’Arma per il rapido intervento, mentre Maurizio Gasparri ha ricordato il ruolo di Wojtyla nel crollo del comunismo: “Colpito perché ha sconfitto le dittature”. Parole dure anche da Eugenia Roccella e Maurizio Lupi.

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