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Meloni a ‘Fenix’: “Non abbiamo paura”. Rivendicati un milione di posti di lavoro, opposizioni all’attacco

Il premier: “Costruiamo un mosaico nuovo, i problemi non sono tutti risolti”. Calenda: “Retorica puerile”. Paita: “Nasconde immobilismo e fallimenti”
lunedì, 22 Settembre 2025
3 minuti di lettura

“Le minacce si moltiplicano man mano che dimostriamo di saper governare questa nazione, ma non abbiamo paura”. Giorgia Meloni ha chiuso così ieri il suo intervento alla festa di Gioventù Nazionale, la kermesse giovanile di Fratelli d’Italia, organizzata quest’anno a Roma con il titolo ‘Fenix’. Il Presidente del Consiglio ha parlato davanti a una platea gremita di militanti e dirigenti del partito, alternando attacchi all’opposizione, difesa dell’azione di governo e riferimenti a valori identitari come il merito e la sicurezza. In primis ha definito “ignobile” il post diffuso da alcuni sedicenti antifascisti che mostrava l’immagine del commentatore conservatore americano Charlie Kirk a testa in giù, accompagnata dalla scritta ‘-1’ e dalla didascalia ‘a buon intenditore poche parole’. “È una minaccia di morte perché le cose vanno chiamate con il loro nome. Tutti zitti. Non ci facciamo fare la morale da questa gente e siamo fieri di non essere come loro”.
Poi il messaggio politico: “Noi non siamo come loro. Sarà sempre l’amore e non l’odio a far muovere quello che facciamo. L’amore per l’Italia e per le persone, con il sorriso sulle labbra e il rispetto per chi non la pensa come noi”.

Il lavoro come bandiera

Rivendicando i risultati raggiunti, Meloni ha parlato di “oltre un milione di posti di lavoro creati in mille giorni”, con la maggior parte dei contratti a tempo indeterminato: “Abbiamo spezzato la spirale assistenzialista. Con l’abolizione del reddito di cittadinanza e il rilancio delle politiche attive, abbiamo dato fiducia ai giovani e investito nelle loro energie”. Un riferimento diretto alle riforme sul mercato del lavoro, che il Premier considera “la scelta più coraggiosa, ma anche la più giusta”. Altro capitolo centrale, quello della sicurezza e della giustizia: “Abbiamo avuto il coraggio di dire che la mafia fa schifo e di combatterla con tutte le forze. Non arretreremo mai sul carcere duro, riporteremo lo Stato nei territori dove aveva fatto un passo indietro e rafforzeremo la legislazione antimafia che rende l’Italia un modello internazionale”.
Sul decreto sicurezza, Meloni ha risposto alle accuse di autoritarismo arrivate dalla Sinistra: “Abbiamo colpito truffe agli anziani, occupazioni abusive, sfruttamento di minori. Non abbiamo limitato alcuna libertà, ma garantito quella dei cittadini onesti”.

Scuola, università e merito

Meloni ha poi affrontato uno dei temi più cari a Fratelli d’Italia, ossia il merito: “È l’unico vero ascensore sociale, soprattutto se accompagnato dall’uguaglianza nel punto di partenza. La Sinistra post ’68 ha provato a cancellare questa parola, ma noi l’abbiamo rimessa al centro”. Ha definito “una piccola rivoluzione” la riforma sull’accesso a Medicina, che supera il numero chiuso e i test di ingresso: “Abbiamo cancellato una lotteria ingiusta, permettendo ai ragazzi di mostrare davvero il loro valore e ai docenti di valutarli seriamente”.
Poi l’attacco alla stagione del Sessantotto: “Non ne possiamo più dei disastri del ’68, del 6 politico, della demeritocrazia. Le scuole e le università devono essere liberate dalla gabbia opprimente in cui la sinistra le ha tenute per anni”.

Le reazioni dell’opposizione

Immediata la replica delle opposizioni. Su X, il leader di Azione Carlo Calenda ha parlato di “retorica puerile e insopportabile. Dire che per la Sinistra la vita di chi non è di sinistra vale meno è gravissimo per un Presidente del Consiglio che dovrebbe rappresentare tutti”. Durissima la capogruppo di Italia viva al Senato Raffaella Paita: “Meloni usa le parole su Kirk per infangare l’opposizione e coprire l’immobilismo del governo. Ci spieghi invece perché i giovani scappano dall’Italia, perché il carrello della spesa è sempre più caro, perché le città sono più insicure”.
Dalla Commissione Cultura della Camera, gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno accusato la premier di “sventolare il merito come slogan, mentre taglia i fondi a scuola e università”. E ancora: “Meloni vuole occupare tutto: Rai, cultura, istruzione. L’unica gabbia che soffoca la scuola oggi è quella imposta dal suo governo”.

L’altro fronte: la cucina italiana candidata all’Unesco

Cambiando decisamente argomento, sempre ieri e in collegamento con ‘Domenica in’ su Rai1, il Premier ha rilanciato anche la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco, sostenuta dai ministeri della Cultura e dell’Agricoltura: “Vale 250 miliardi nel mondo e racconta meglio di qualsiasi altra cosa la nostra identità. Il pranzo della domenica è parte della nostra storia familiare, per me era legato ai nonni e alle pastarelle. A dicembre si deciderà: vogliamo che la nostra tradizione sia riconosciuta”.

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