“Il Veneto è la regione dei record nel turismo, ma non può e non vuole diventare terra fertile per il turismo cafone. Non siamo un luna park in cui ognuno fa quello che vuole senza regole”. Con queste parole il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato gli ultimi episodi di inciviltà registrati in alcune località della regione, nel pieno della stagione estiva. Ogni anno il Veneto accoglie 73 milioni di visitatori, investendo ingenti risorse per garantire sicurezza e qualità. “Tutto questo merita rispetto – ha sottolineato Zaia – perché è un patrimonio culturale, paesaggistico e storico che offriamo al mondo”.
Le cronache recenti hanno riportato diversi casi di comportamenti sopra le righe: a Padova, in Prato della Valle, alcuni turisti sono stati sorpresi a prendere il sole in mutande accanto alle statue; a Cortina d’Ampezzo un gruppo ha steso i panni sul monumento delle Olimpiadi invernali del 1956; a Jesolo ed Eraclea numerosi bagnanti circolavano per le vie e nei negozi in costume o a torso nudo; mentre in un rifugio a Vodo di Cadore sono stati addirittura abbandonati pannolini sporchi nei piatti.
L’ipotesi del Daspo
“C’è un limite a tutto – ha dichiarato Zaia –. Noi accogliamo chi porta rispetto. A chi visita le nostre città d’arte, i borghi, le spiagge e le montagne con spirito di conoscenza e apprezzamento diciamo benvenuto. Ma a chi pensa di venire qui per fare i propri comodi, lasciando caos e degrado, diciamo chiaramente che non sarà tollerato”. Zaia si è detto favorevole a introdurre strumenti sanzionatori più incisivi: “Sono più che favorevole a prevedere anche il Daspo per chi viola in modo pesante e ripetuto il decoro dei nostri luoghi di villeggiatura, con palese disprezzo per operatori e comunità locali”.
Il governatore ha ribadito l’impegno della Regione a promuovere un turismo di qualità, legato a cultura, natura, enogastronomia e tradizioni. “Non è chiedere troppo – ha concluso –. È semplicemente difendere la dignità di una delle regioni più belle e visitate al mondo”.