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La montagna (ri)chiede consapevolezza e rispetto

venerdì, 22 Agosto 2025
3 minuti di lettura

Sono momenti difficili anche per la montagna che risente del trattamento smodato dell’uomo: non solo calpestata, ma anche deturpata, a volte pure violentata.

Si è abituati a pretende sempre più dalla montagna non solo in termini di risorse e di comfort, ma su essa viene esercitato un vero sfruttamento per puro divertimento, per motivi speculativi, creando strutture che ne alterano gli ecosistemi, ne devastano il territorio ai danni dei suoi abitanti nati per vivere su di essa, nella neve, al freddo e al gelo.

Le piste da sci

Le piste da sci sono spesso oggetto di accesi dibattiti per le problematiche sugli effetti ambientali a danno della biodiversità, impossibilitata a vivere indisturbata e a riprodursi. Basta pensare all’alterazione significativa dell’ambiente alpino nella rimozione della vegetazione, nella compattazione del suolo e nelle infrastrutture per l’innevamento artificiale, per compensare eventuali carenze nei periodi invernali o per allungare di qualche giorno la classica stagione sciistica.

Ne siamo protagonisti, arbitri e spettatori dell’oneroso e faticoso lavoro attorno alla preparazione dei giochi Olimpici e Paralimpici prossimi Milano-Cortina 2026, dal 6 al 22 febbraio per i primi e dal 5 al 15 marzo per le Paraolimpiade. Sembra, addirittura, che si debba sospendere la normale stagione sciistica, per controindicazioni e per obiettive difficoltà organizzative. Sarebbe, infatti, problematico dover gestire eventi che, in parte, si accavallano e si susseguono a distanze ravvicinate. Alcune infrastrutture, tra l’altro, programmate per le olimpiade prossime 2026, saranno iniziate successivamente.

Non sono mancati, altresì, i disagi e le conseguenti distrazioni di risorse umane e materiali per l’emergenza franosa sulla SS.51 Alemagna che collega proprio Cortina d’Ampezzo, ancora non del tutto eliminati, oggetto di monitoraggio.

Il decalogo per andare in montagna senza rischiare facilmente con qualche suggerimento dal Soccorso Alpino Veneto

È ben noto come in montagna il meteo può cambiare subito programma e le precipitazioni diventano repentine, benché brevi e le richieste di aiuto si moltiplicano anche quando alcune si potrebbero evitare col buonsenso, con un pizzico di attenzione o con meno leggerezza.

Presso il Soccorso Alpino Veneto ne sarebbe scaturita una specie di decalogo per chi si accinge a godersi le bellezze de(a)lla montagna. In particolare, si suggerisce che è fondamentale: “Vestirsi bene; lasciare detto dove si va e muoversi in compagnia”.

L’alpinista Reinhold Messner scende in campo a difesa della montagna

Non ce la fa più a stare in silenzio neanche Reinhold Messner (classe 1944), grande alpinista, famoso esploratore, nonché scrittore e politico. Egli afferma: “Noi andiamo nei posti più pericolosi delle montagne per non morire, è questa l’arte”. Ora quelle montagne sono in pericolo. La minaccia è una sola: l’uomo.

“Le montagne vengono rovinate da auto e selfie, tantissime persone vanno a visitare le vette… C’è chi va sulle vette con il computer o un telefonino: una foto, un panino e via”. Un problema pressante sono le auto: “Bisogna trovare una soluzione per gli ingorghi di veicoli, specie sui passi. Alle tre Cime di Lavaredo vanno su in macchina a migliaia tutti i giorni. Queste macchine trovano parcheggio esattamente sotto la parete. Bisogna fermare le macchine e fare dei parcheggi e attrezzare delle navette che portano su”.

Per le montagne: “C’è una soluzione: dobbiamo lasciarle selvagge”

Parole dette da un personaggio di nome Messner che nella vita (80enne), nativo di Bressanone, non si è fatto mancare nulla: alpinista famoso, scalatore famosissimo, fautore delle arrampicate libere, nonché scrittore e anche politico. È stato, infatti, europarlamentare nella quinta legislatura 1999/2004 (Federazione dei Verdi).

Di lui passano alla storia anche le traversate dell’Antartide e della Groenlandia senza il supporto di mezzi a motore, né cani da slitta e la traversata a piedi del deserto del Gobi.

La cultura della montagna

Messner, come scrittore, ha dato vita a numerosi libri nei quali narra le sue imprese e espone le tematiche inerenti alla cultura della montagna.

Appassionato delle Dolomiti, considerate per lui le “montagne di casa”, ha dedicato tanta passione all’arrampicata libera, la sua filosofia, scegliendone itinerari che la permettessero.

Non solo Overturismo – Come è cambiata e come cambierà ancora Cortina

Il primo eccezionale e repentino rinnovamento urbanistico e architettonico la città di Cortina d’Ampezzo lo vive in occasione dei VII Giochi olimpici invernali del 1956. Cortina, infatti, cambia volto, subisce una veloce trasformazione e altra è in itinere.

Anche se le olimpiadi costituirono una opportunità unica per la città, uno stimolo per modernizzarsi e dotarsi in tempi brevi di infrastrutture adeguate a flussi turistici eccezionali, oggi incomincia, molto probabilmente, a pagarne un caro prezzo, come dimostrano alcune voci, benché consideraste ‘fuori dal coro’. Per alcuni radicali sovvertimenti del territorio non sono sufficienti ‘compensazioni’ e/o ‘mitigazioni’ e neanche opere di salvaguardia per cedimenti vari quando il ‘permafrost’ si scioglie a causa dell’aumento delle temperature climatiche.

È stato constatato che in momenti di cambiamenti climatici anche le vibrazioni che scaturiscono dal sorvolo di un elicottero, in alta montagna, possono essere sufficienti a provocare valanghe di neve e/o caduta massi, per cui, di recente, sembra ne sia raccomandato il divieto a quelli non istituzionali.

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