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La Nato ribadisce il sostegno a Kiev, Mosca avverte: “La sicurezza senza Russia è solo una illusione”

Cavo Dragone dopo la riunione dei vertici militari: “Unità tangibile, puntiamo a una pace giusta e duratura”. Lavrov rilancia i principi di Istanbul e chiede garanzie “affidabili”. Zelensky: “Raid dimostrativi, servono nuove sanzioni”.
giovedì, 21 Agosto 2025
2 minuti di lettura

Una “ottima e franca discussione”. Così l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Presidente del Comitato militare della Nato, ha definito l’incontro tra i capi di Stato maggiore della Difesa dei Paesi membri. Alla videoconferenza di ieri, la prima con il nuovo Comandante supremo delle forze alleate in Europa, il Generale statunitense Alexus Grynkewich, è stato fornito un aggiornamento sul quadro di sicurezza: “Ho ringraziato tutti per la loro partecipazione sempre proattiva”, ha scritto Cavo Dragone su X. “L’unità è stata tangibile, come sempre. Sul fronte ucraino abbiamo confermato il nostro sostegno. La priorità resta una pace giusta, credibile e duratura”.

“Garanzie affidabili o nessun accordo”

La risposta della Russia non si è fatta attendere. Il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha dichiarato che discutere di sicurezza in Europa senza Mosca “è un’utopia, una strada che non porta da nessuna parte”. Parlando a Mosca con il collega giordano Ayman al-Safadi, Lavrov ha ribadito che le eventuali garanzie collettive per l’Ucraina proposte da Francia, Germania e Gran Bretagna devono essere “realmente affidabili”. Il Capo della diplomazia russa ha quindi richiamato l’esperienza dei negoziati di Istanbul, nell’aprile 2022: “Allora la delegazione ucraina aveva avanzato principi sostenibili, come la rinuncia a entrare nella Nato e lo status neutrale e non nucleare. Quelle restano le basi per una soluzione credibile”.

Pressioni diplomatiche

Intanto emergono retroscena dal summit di Washington. Secondo ‘Bloomberg’, Donald Trump avrebbe telefonato al Premier ungherese Viktor Orbán su sollecitazione dei leader europei per convincerlo a ritirare il veto all’ingresso di Kiev nell’Ue. Orbán avrebbe risposto via Facebook definendo “inutile e pericoloso” collegare l’adesione europea a garanzie di sicurezza. L’Ungheria si è anche detta disponibile a ospitare un nuovo round di colloqui tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky.

La notte dei raid

Sul terreno la guerra non accenna a fermarsi. “Questa notte 14 persone sono rimaste ferite a Okhtyrka, a Kostyantynivka cinque condomini sono stati colpiti e tre persone sono intrappolate sotto le macerie”, ha riferito Zelensky.

Un attacco ha preso di mira una stazione del gas a Odessa, mentre bombardamenti hanno interessato anche Cernihiv, Kharkiv e Poltava. In totale, secondo Kiev, la Russia ha lanciato oltre 60 droni e un missile balistico. “Sono azioni dimostrative che confermano la necessità di nuove sanzioni e pressioni fino a quando la diplomazia non sarà pienamente efficace. Abbiamo bisogno di solide garanzie di sicurezza per una pace duratura”.

“Un passo avanti a Washington”


Il Ministro della Difesa Guido Crosetto, in un’intervista a ‘Repubblica’, ha definito “molto positivo” l’esito del vertice di Washington: “Gli americani hanno preso coscienza della realtà sul terreno e gli europei hanno costruito una linea comune. Non è poco”. Secondo Crosetto, sta prendendo piede l’ipotesi sostenuta da Giorgia Meloni di applicare all’Ucraina un meccanismo simile all’articolo 5 Nato: “È compatibile con la proposta dei Volenterosi. Con la Nato si garantirebbe una deterrenza superiore”.

Perché Putin dovrebbe accettare una simile formula? Crosettoindividua alcune possibili motivazioni: “L’Ucraina non entrerebbe formalmente nella Nato e Mosca otterrebbe, almeno sul piano diplomatico, un ruolo da superpotenza, trattando da pari con Washington. Inoltre, in Russia ci sono pressioni interne per alleggerire le sanzioni e tornare a rapporti economici con l’Europa”. Ma il Ministro avverte: “Nei piani del Cremlino questa doveva essere una guerra lampo. Non lo è stata. Ora Putin cerca di guadagnare tempo”.

La linea italiana

Da Forza Italia arriva intanto un chiarimento netto. Alessandro Cattaneo, Responsabile dei Dipartimenti del partito, ha dichiarato: “L’invio di truppe italiane in Ucraina non è mai stato né sarà all’ordine del giorno. L’Italia è stata coerente: al fianco di Kiev, ma senza ambiguità. La proposta di un articolo 5 applicato all’Ucraina resta la via più credibile per garantire indipendenza e sicurezza”.

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