martedì, 29 Luglio, 2025
Gaza
Esteri

Gaza: Trump promette centri alimentari, Israele concede tregue parziali, ma la crisi umanitaria si aggrava

'Pausa tattica', Israele lascia entrare alcuni aiuti. ONG israeliane parlano di “genocidio”

Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato ieri la creazione di “centri alimentari” nella Striscia di Gaza, senza fornire dettagli operativi, ma riconoscendo la gravità della crisi umanitaria. Intervenuto dalla Scozia insieme al premier britannico Keir Starmer, Trump ha definito la situazione “terribile” e ha attribuito la responsabilità principale ad Hamas per “la confusione e il fallimento dei negoziati di cessate il fuoco”. “Abbiamo un sacco di soldi – ha detto Trump – e ne spenderemo un po’ per fornire cibo. Lo faremo insieme a partner molto validi. Anche l’Europa parteciperà“.

Il presidente ha aggiunto di aver detto al premier israeliano Netanyahu che “la lotta contro Hamas dovrà cambiare”. Ma sul terreno, la realtà è drammatica. Nelle ultime 24 ore, gli attacchi israeliani su varie aree della Striscia hanno causato 34 morti, secondo il ministero della Sanità locale. Gli attacchi sono avvenuti al di fuori della “pausa tattica” annunciata da Israele domenica, che prevede la sospensione delle operazioni militari ogni giorno per 10 ore a Gaza City, Deir al-Balah e Muwasi, per permettere il transito di aiuti umanitari. Le Nazioni Unite e le ONG internazionali hanno accolto positivamente l’iniziativa, pur sottolineando che non basta a contrastare la fame dilagante.

Sempre ieri, il ministero della Sanità di Gaza ha aggiornato a 147 il bilancio delle morti per malnutrizione dall’inizio del conflitto, di cui 88 sono bambini. L’accesso al cibo resta limitato, e anche le forniture mediche sono al collasso. Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, sono stati sospesi i piani per la creazione di una “città umanitaria” sulle rovine di Rafah, destinata ad accogliere centinaia di migliaia di sfollati palestinesi. Una fonte di sicurezza ha rivelato che “non c’è decisione, né un piano alternativo”.

Nel frattempo, anche la Cisgiordania vive momenti di tensione. L’Autorità Palestinese ha denunciato un attacco notturno da parte di coloni israeliani al villaggio cristiano di Taybeh. Sono stati incendiati veicoli e imbrattate abitazioni con scritte razziste. Anche in Israele cresce il malessere. Ieri un soldato di riserva dell’IDF è stato trovato morto nella sua casa nel sud del Paese. Si sospetta il suicidio, l’ennesimo in un’escalation che preoccupa le forze armate e l’opinione pubblica.

ONG israeliane: “genocidio”

Josep Borrell, Vicepresidente della Commissione Europea
Josep Borrell, Vicepresidente della Commissione Europea

Intanto, due importanti ONG israeliane, B’Tselem e Physicians for Human Rights, hanno denunciato in un rapporto congiunto che Israele sta commettendo un genocidio a Gaza. Secondo le due organizzazioni, i civili sono stati sistematicamente presi di mira “solo per la loro identità palestinese”, con decine di migliaia di morti e uno smantellamento deliberato dei servizi essenziali.

Anche la voce dell’ex Alto rappresentante UE Josep Borrell si è levata contro l’immobilismo europeo: “Stiamo pagando la colpa dell’Olocausto con un nuovo genocidio ai danni dei palestinesi – ha dichiarato – e la Commissione europea resta muta e divisa”. Secondo Borrell, sarebbe possibile almeno sospendere l’accordo di associazione con Israele, ma manca il coraggio politico.

CEI e Pizzaballa

Il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme
Il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme

Una critica simile arriva dalla Conferenza Episcopale Italiana. Il segretario generale, monsignor Giuseppe Baturi, ha ribadito ieri che non ci può essere pace senza giustizia e ha auspicato il riconoscimento dello Stato palestinese in un quadro che garantisca anche la sicurezza di Israele. Parole toccanti sono arrivate anche dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, rivolgendosi ai giovani pellegrini riuniti ad Assisi: “La devastazione a Gaza non è solo fisica, ma anche umana. La nostra generazione ha fallito. La vostra ha la responsabilità di costruire un linguaggio di pace, dignità e rispetto. La pace si costruisce mattone dopo mattone”.

Houthi minacciano

Sul fronte internazionale, gli Houthi dello Yemen – alleati dell’Iran – hanno minacciato di colpire tutte le navi che commerciano con Israele, qualunque sia la loro bandiera. È la quarta fase della loro campagna contro lo Stato ebraico. Lo scorso maggio gli Stati Uniti avevano stretto un accordo con gli Houthi per interrompere gli attacchi in cambio della fine dei bombardamenti USA, ma l’accordo non escludeva Israele come obiettivo.

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