La Germania si prepara a un massiccio aumento della spesa pubblica per rafforzare le proprie forze armate e rilanciare le infrastrutture nazionali. Secondo una bozza di bilancio anticipata dai media tedeschi, il governo intende destinare quasi 170 miliardi di euro alla difesa e alla protezione civile entro il 2029, triplicando di fatto il budget attuale. L’obiettivo è raggiungere il nuovo parametro NATO del 3,5% del PIL per la spesa militare entro il 2029, ben sei anni prima della scadenza fissata dall’Alleanza Atlantica. A questo si aggiunge un ulteriore 1,5% del PIL destinato a beni legati alla difesa, come infrastrutture strategiche e logistica. Il piano prevede anche un rafforzamento della Bundeswehr, con l’assunzione di 11.000 nuovi militari entro la fine dell’anno. Il ministro della Difesa, Boris Pistorius, ha dichiarato che le forze armate tedesche dovranno crescere di almeno 60.000 unità per soddisfare i nuovi standard NATO. Parallelamente, il Bundestag ha approvato una riforma costituzionale storica che consente di superare il rigido limite al debito pubblico per finanziare spese militari superiori all’1% del PIL. Il pacchetto include anche un fondo speciale da 500 miliardi di euro per l’ammodernamento delle infrastrutture e la transizione ecologica. Il cancelliere in pectore Friedrich Merz ha definito il piano “una risposta necessaria alle nuove sfide geopolitiche”, sottolineando la volontà di Berlino di assumere un ruolo guida nella sicurezza europea. La Germania, storicamente prudente in materia di riarmo, sembra dunque aver imboccato una nuova fase: quella della Zeitenwende, la “svolta epocale” annunciata dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Una svolta che ora prende forma anche nei numeri.
