“Non è il commissario che deve rifornire i farmacisti. Il commissario rifornisce regolarmente regioni, sanità, servizi pubblici essenziali. E dal 4 maggio anche i trasporti pubblici locali e le RSA, pubbliche e private.
A titolo ovviamente gratuito. Le farmacie non hanno le mascherine purche’ le loro due società di distribuzione hanno dichiarato il falso non avendo nei magazzini i 12 milioni di mascherine che sostenevano di avere”.
Lo dice il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri.
“Il prezzo massimo è stato fissato nell’esclusivo interesse dei cittadini, anche per evitare che chi oggi afferma di non avere mascherine e di aver bisogno delle forniture del Commissario, fino a qualche settimana le aveva e le faceva pagare ben di più ai cittadini”, aggiunge. “L’unica ‘colpa’ del commissario è quella di non aver voluto ”sanare” mascherine prive di autorizzazioni che gli attori della distribuzione avrebbero voluto mettere in commercio con la copertura della struttura commissariale”.
“Non è vero che i farmacisti ci avrebbero rimesso o ci starebbero rimettendo perché ai distributori è stato garantito un rimborso per le mascherine acquistate prima della definizione del prezzo a 0,50 centesimi, più IVA. L’unica evidente verità è che non essendo in grado di approvvigionarsi delle mascherine, provano a scaricare sul Commissario, o peggio sul prezzo, le loro responsabilità”, sottolinea.
“Le uniche mascherine che hanno messo in vendita, per 3 milioni, sono state fornite loro dal Commissario. Sempre più negozi della grande distribuzione vendono le mascherine a 0,50 centesimi, più IVA.
Il Commissario si è impegnato nell’accordo sottoscritto “ad integrare le forniture di farmacie e parafarmacie, per quanto possibile nell’ambito del complessivo processo di distribuzione”. (Italpress)