L’isola greca di Santorini è ancora in stato di emergenza dopo giorni di terremoti. Un sisma di magnitudo 5.2 è stato registrato mercoledì tra Amorgos e Santorini, a una profondità di 5 km, il più forte degli ultimi giorni. Il decreto d’emergenza resterà in vigore fino al 3 marzo. Più di 11.000 persone hanno lasciato l’isola. Giovedì, una scossa di magnitudo 4.7 è stata rilevata a sud-ovest di Amorgos, dopo 57 scosse tra mezzanotte e le 06:30. Non ci sono stati danni gravi, ma le autorità si preparano a eventi peggiori. Venerdì, il primo ministro Kyriakos Mitsotakis visiterà Santorini. Il direttore dell’Istituto di Geodinamica ha riferito che la sismicità è intensa e non ci sono segnali di una diminuzione. Santorini, solitamente affollata di turisti, sta ora principalmente ospitando i residenti sfollati. Lo stato di emergenza consente riparazioni immediate su strade e porti. Gli esperti non possono prevedere la durata dello sciame sismico. Sono stati inviati generatori ed è in allestimento una stazione di telecomunicazioni di riserva. Gli abitanti temono uno tsunami e hanno eretto difese lungo la spiaggia di Monolithos. Le scuole a Santorini e nelle isole vicine sono chiuse fino a venerdì. Il primo ministro ha espresso ottimismo e ha chiesto calma agli isolani. La Camera di Commercio ha richiesto misure di supporto economico. Nonostante Santorini si trovi sull’Arco Vulcanico Ellenico, le recenti scosse sono dovute ai movimenti delle placche tettoniche. Gli scienziati non possono prevedere con precisione i terremoti, ma conoscono le aree a rischio, aiutando i governi nella preparazione.