sabato, 1 Febbraio, 2025
Agroalimentare

Gli italiani dicono no agli insetti a tavola: crollano le importazioni del 30% nel 2024

La moda degli insetti a tavola non convince gli italiani. Le importazioni di prodotti a base di insetti destinati al consumo alimentare sono crollate del 30% nel 2024, secondo una proiezione Coldiretti su dati Istat. Gli arrivi sono passati dai 17.600 chilogrammi del 2023 agli 11.500 del 2024, segno di un mercato in forte contrazione. Un dato che trova conferma anche nell’ultima indagine condotta da Notosondaggi, secondo la quale il 78% degli italiani contrari all’uso alimentare degli insetti rifiuta la loro introduzione nella dieta, nonostante le campagne promozionali che ne esaltano i presunti benefici ambientali. Coldiretti sottolinea come il consumo di insetti sia estraneo alla cultura gastronomica nazionale e sollevi seri interrogativi in merito alla salute, alla sicurezza alimentare e alle implicazioni ambientali. Gli insetti, oltre a poter causare reazioni allergiche, provengono in gran parte da Paesi extra-Ue come Vietnam, Thailandia e Cina, nazioni che registrano da anni un elevato numero di allarmi alimentari.
Preoccupazioni sono state espresse anche in merito all’ultimo via libera dell’Unione Europea alla commercializzazione della polvere di larve di Tenebrio molitor, meglio noto come verme giallo della farina. Questo prodotto, trattato con raggi ultravioletti per aumentarne il contenuto di vitamina D, è considerato da Coldiretti un alimento ultra-processato, che dovrebbe essere accompagnato da una chiara etichettatura per informare correttamente i consumatori.

L’obbligo di etichettatura

La vendita di insetti a scopo alimentare in Europa è stata resa possibile dall’entrata in vigore, il primo gennaio 2018, del regolamento Ue sui ‘novel food’, che ha autorizzato il riconoscimento degli insetti sia come nuovi alimenti sia come prodotti tradizionali provenienti da Paesi terzi. Con l’arrivo sul mercato dei primi prodotti contenenti insetti, Coldiretti ha richiesto che la loro presenza fosse chiaramente indicata in etichetta. Il consumo di questi alimenti, infatti, potrebbe scatenare reazioni avverse in soggetti allergici ai crostacei e agli acari della polvere. In risposta a queste preoccupazioni, sono stati firmati quattro decreti con l’obiettivo di garantire la massima trasparenza ai consumatori.

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