Mentre il conflitto in Ucraina continua a intensificarsi, il Vaticano ha lanciato ieri un appello per fermare l’escalation e prevenire una catastrofe che potrebbe essere “irreparabile”. Il messaggio, chiaro, è arrivato in un momento in cui le tensioni geopolitiche sembrano estendersi ben oltre i confini del teatro di guerra, coinvolgendo attori globali in un intreccio sempre più complesso.
Nello specifico, il messaggio è stato lanciato dal Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale Pietro Parolin che, a margine di un evento alla Lumsa a Roma, ha espresso la sua profonda preoccupazione per il conflitto in corso: “Occorre fermarsi ora che siamo in tempo, perché questa escalation non si sa dove porterà”, ha detto, ribadendo l’urgenza di una pausa nelle ostilità e di un ritorno al dialogo. Il Cardinale ha sottolineato come il conflitto abbia raggiunto un punto critico, con il recente utilizzo di missili a lungo raggio di fabbricazione britannica e statunitense sul territorio russo e le minacce del Presidente Vladimir Putin di un possibile allargamento del conflitto su scala globale.
Parolin ha evidenziato la gravità della situazione, aggiungendo che “a un certo punto non si saprà più come controllare un eventuale sviluppo di questa situazione”. Il Segretario di Stato Vaticano si è fatto interprete delle preoccupazioni di Papa Francesco, richiamando i leader mondiali alla responsabilità di fermarsi prima che sia troppo tardi.
Segnale forte
Di certo il test del missile Oreshnik, avvenuto giovedì, rappresenta un segnale forte da parte di Mosca in risposta al crescente coinvolgimento occidentale nel conflitto ucraino. Secondo Putin, il permesso dato dagli Stati Uniti all’Ucraina di colpire in profondità il territorio russo utilizzando missili a lungo raggio forniti da Washington ha trasformato il conflitto in uno scontro “di carattere globale”.
Nuove accuse
Nel frattempo emergono nuove accuse sulle alleanze militari internazionali legate al conflitto in Ucraina. Secondo Shin Won-sik, Consigliere per la sicurezza nazionale della Corea del Sud, la Russia avrebbe fornito supporto economico e missili antiaerei alla Corea del Nord in cambio dell’invio di truppe nordcoreane per supportare Mosca nella guerra contro Kiev. La rivelazione, trasmessa dall’emittente sudcoreana SBS, getta una nuova luce sulla complessa rete di collaborazioni che si sta delineando nello scenario geopolitico globale.
L’incontro con la Nato
Grande attesa infine per l’incontro di martedì prossimo del governo ucraino con la Nato: un appuntamento sul quale Kiev confida molto per ottenere misure significative dsll’Alleanzaatlantica in risposta all’intensificarsi degli attacchi russi, compreso l’uso di un missile balistico intercontinentale contro il suo territorio: “Ci aspettiamo che l’incontro porti a risultati concreti e significativi”, ha affermato il Ministro degli Esteri Andrii Sybiha, facendo presente dell’urgenza di azioni che limitino le capacità militari della Russia, in particolare la produzione di armi balistiche avanzate. Il Ministro ha spiegato inoltre che l’Ucraina intende sollevare, durante l’incontro con la Nato, la necessità di ostacolare lo sviluppo e la produzione di armamenti avanzati da parte di Mosca, cercando un rafforzamento delle sanzioni e una maggiore collaborazione tecnologica per neutralizzare queste minacce.