domenica, 24 Novembre, 2024
Esteri

Unicef: forte rischio di carestia nel nord di Gaza. Onu: Israele ha negato l’85% dei nostri interventi

I Paesi arabi chiedono uno Stato palestinese, Tel Aviv: “Irrealistico”. Più di 200 bambini uccisi in Libano dal 7 ottobre

Una valutazione sostenuta dall’Onu nel fine settimana ha affermato che la carestia era imminente: nessun cibo è stato autorizzato a entrare nella Gaza settentrionale assediata per un mese intero. Su X la direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell ha commentato: “È profondamente preoccupante: c’è una forte probabilità che la carestia sia imminente nel nord di Gaza. I bambini sono particolarmente vulnerabili alla malnutrizione. È necessaria un’azione immediata per garantire un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli e forniture commerciali per salvare vite umane”.

Unrwa: a Gaza aiuti ridotti. “La gente ha bisogno di tutto”

A lanciare l’allarme è l’agenzia Onu di supporto ai rifugiati palestinesi (Unrwa): la situazione è “catastrofica” nel nord della Striscia di Gaza. Parlando a un briefing con i media di Ginevra tramite collegamento video da Gaza, Louise Wateridge,funzionario delle emergenze dell’Unrwa ha detto che “la media di ottobre è stata di 37 camion al giorno nell’intera Striscia di Gaza. Questo vale per 2,2 milioni di persone”. “I bambini stanno morendo. Le persone muoiono ogni giorno”, ha detto, sottolineando che “le persone qui hanno bisogno di tutto”. La dichiarazione dell’Unrwa è arrivata mentre Israele ha annunciato che stava aprendo un ulteriore valico di aiuti a Gaza, alla vigilia di una scadenza imposta dagli Stati Uniti per migliorare le condizioni umanitarie nel territorio devastato dalla guerra. Alla domanda se ci fossero segnali che la situazione fosse migliorata prima della scadenza del 13 novembre, Louise Wateridge, ha sottolineato che “gli aiuti che entrano nella Striscia di Gaza sono al livello più basso da mesi”.

Inoltre, ricorda Wateridge, le richieste dell’Onu di accedere all’area sono state ripetutamente respinte, pertanto al nord il quadro è “infinitamente orribile” e stava diventando “più critico” di ora in ora. “Gli ospedali sono stati bombardati, i dottori ci informano che hanno esaurito le scorte di sangue, hanno esaurito le medicine. Ci sono cadaveri per le strade”, ha continuato la stessa fonte. Il mese scorso, il segretario di Stato americano Antony Blinken e il Segretario alla Difesa Lloyd Austin hanno avvertito Israele che aveva tempo fino al 13 novembre per far entrare altri aiuti a Gaza o rischiare di vedersi negare parte dell’assistenza militare dagli Stati Uniti, il principale sostenitore di Israele. La lettera è stata inviata settimane prima delle elezioni presidenziali americane del 5 novembre, vinte da Donald Trump, che ha promesso di dare più libertà a Israele. Poco più di un mese fa Israele ha dato il via a un importante assalto aereo e terrestre nella già devastata parte settentrionale di Gaza per impedire ai militanti di Hamas di riorganizzarsi. Secondo l’ultimo bilancio del ministero della Salute del territorio gestito da Hamas, che l’ONU considera affidabile, finora a Gaza, da ottobre 2023, ci sono stati 43.665 morti e 103.076 feriti.

Onu: Israele ha negato l’85% dei nostri interventi a Gaza

L’ufficio umanitario delle Nazioni Unite ha dichiarato che il mese scorso l’85% dei suoi tentativi di coordinare i convogli di aiuti e le visite umanitarie nel nord di Gaza sono stati negati o impediti da Israele. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha presentato 98 richieste alle autorità israeliane per ottenere l’autorizzazione a passare attraverso il checkpoint lungo Wadi Gaza, ma solo 15 sono state accolte, ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric.

L’ufficio umanitario, noto come Ocha, “è preoccupato per la sorte dei palestinesi rimasti a nord di Gaza, dato che l’assedio continua, e chiede urgentemente a Israele di aprire l’area alle operazioni umanitarie nella misura necessaria, dati gli enormi bisogni”. In un nuovo rapporto pubblicato ieri, l’Ocha ha dichiarato che le organizzazioni umanitarie hanno presentato 50 richieste alle autorità israeliane per entrare nel governatorato di Gaza Nord nel mese di ottobre: 33 sono state respinte, mentre otto sono state accettate ma hanno incontrato impedimenti, tra cui ritardi, che ne hanno impedito il completamento.

Libano, più di 200 bambini uccisi dal 7 ottobre

Il portavoce delle Nazioni Unite nel corso del briefing quotidiano con i media, citando dati del ministero libanese della Salute ha riportato che il numero di bambini e adolescenti uccisi in Libano, da ottobre 2023, è arrivato a più di 200. Il bilancio si è aggravato nel corso dell’ultimo attacco, avvenuto nel weekend in un centro rifugiati a Byblos, che ha provocato la morte di ventitré persone, tra cui sette bambini.

Il summit di Riad: “Stato palestinese e stop alle armi per Israele”

Al termine del vertice congiunto della Lega Araba e dell’Organizzazione per la cooperazione islamica, nel comunicato finale è stato condannato il “genocidio” commesso da Israele nella Striscia e gli attacchi israeliani all’Onu. I leader arabi e musulmani riuniti a Riad hanno ribadito la richiesta alla comunità internazionale perché interrompa l’invio di armi allo Stato ebraico e l’appello all’unità dei Territori palestinesi in un unico Stato, che includa Gerusalemme est. La possibilità di un stato Palestinese è stata definita ‘irrealistica’ da Tel Aviv.

Erdogan: “Israele vuole occupare Gaza e Cisgiordania”

“Israele punta a stabilirsi a Gaza e porre fine all’esistenza dei palestinesi in Cisgiordania, sostanzialmente occupando queste zone” ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante il suo intervento al vertice della Lega Araba e dell’Organizzazione per la Cooperazione islamica a Riad. Erdogan ha criticato il sostegno occidentale allo Stato ebraico, invitando il mondo musulmano all’unità contro Israele e propondendo un blocco commerciale e un embargo sulla vendita di armi, lanciando un appello alla comunità internazionale per riconoscere lo Stato palestinese.

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