L’attività economica in Italia fatica a recuperare slancio e, secondo i dati recenti, potrebbe chiudere l’anno senza una significativa accelerazione. È quanto emerge dall’audizione del Vicecapo del dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, Andrea Brandolini, sulla manovra di bilancio. Brandolini ha sottolineato come il rallentamento dell’economia, unito alle incertezze su più fronti, renda complicato centrare l’obiettivo di crescita prefigurato per il biennio 2024-2025. “L’attività economica faticherebbe a recuperare slancio,” ha affermato Brandolini, ribadendo che i dati attuali, seppur parziali, dipingono un quadro poco dinamico per la conclusione del 2023. In prospettiva, la Banca d’Italia considera la possibile riduzione dei tassi di interesse e il recupero del potere d’acquisto delle famiglie come fattori di rilancio economico. Ma, senza un’accelerazione decisa nella parte finale dell’anno, “la crescita prefigurata nel Piano Strutturale di Bilancio a Medio Termine (PSBMT) per il biennio 2024-2025 appare più difficile da conseguire”. Durante l’audizione, la Banca d’Italia ha anche evidenziato il fabbisogno crescente nel settore sanitario, che sarà influenzato dalla missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza volta al potenziamento dell’assistenza territoriale. Si stima che nei prossimi dieci anni l’organico del settore sanitario registrerà una significativa necessità di turnover: il 30% del personale medico e il 14% degli infermieri cesseranno di lavorare entro il 2032.
Effetti sull’equità
La domanda di nuovi operatori sarà particolarmente marcata nel Mezzogiorno, dove le carenze di personale sono già più pronunciate. Bankitalia ha calcolato che per rispondere alle esigenze del PNRR serviranno almeno 19.600 infermieri e 6.300 operatori socio-sanitari, molti dei quali dovranno essere assunti in aggiunta al personale attuale. Secondo le stime, entro il 2032 oltre 27.000 medici e più di 24.000 infermieri lasceranno il servizio, sottolineando la necessità di pianificare una strategia di assunzioni mirate. Il disegno della manovra fiscale, che punta a limitare l’ammontare delle detrazioni, è un altro punto critico sollevato da Brandolini. Sebbene tale approccio possa risultare efficace nel ridurre le cosiddette “spese fiscali”, il sistema basato su soglie fisse per scaglioni di reddito potrebbe generare discontinuità significative, minando l’equità del sistema di prelievo. Brandolini ha suggerito un’alternativa che preveda un tetto alle detrazioni il più possibile legato al reddito lordo dichiarato, evitando così i “salti” nelle aliquote marginali effettive. Inoltre, la scelta di differenziare i tetti delle detrazioni in base al numero di figli rischia di sovrapporsi all’Assegno Unico Universale, creando una complessità amministrativa e potenziali inefficienze nel sistema redistributivo.