lunedì, 23 Dicembre, 2024
Attualità

Papa Francesco: “Quello che davvero conta, è la carità”

Ricevuti in udienza i partecipanti ai capitoli generali di quattro congregazioni

“Non bisogna scartare, ma accogliere. A contare davvero è la carità, non le lauree”. Questo il monito di Papa Francesco rivolto a un gruppo eterogeneo di religiosi e religiose, impegnati nei capitoli generali dei loro Istituti, le suore Domenicane Missionarie di San Sisto, quelle della Società del Sacro Cuore di Gesù, della Presentazione di Maria Santissima al Tempio e i Padri Vocazionisti.

I temi della riflessione

Come riportato da Vatican News, il Papa ha concentrato la sua riflessione su tre temi fondamentali: discernimento, formazione e carità. Ha sottolineato l’importanza del discernimento, che sia nelle grandi scelte della vita o nelle decisioni quotidiane, come un processo cruciale per seguire la propria vocazione. Questo richiede un ascolto attento del Signore, di sé stessi e degli altri, attraverso meditazione, pazienza e coraggio. È un percorso che porta alla comprensione della volontà di Dio, suggerita al cuore ma mai imposta. Il Santo Padre ha evidenziato la necessità di riscoprire il valore delle decisioni definitive, specialmente nella vita vocazionale, e l’importanza di avere figure guida che aiutino i giovani a comprendere che la libertà non significa restare eternamente indecisi, ma saper scegliere e impegnarsi in un cammino preciso.

L’importanza della vocazione

“Il nostro mondo – ha osservato il Vescovo di Roma – ha tanto bisogno di riscoprire il gusto e la bellezza di decidere, specialmente per quanto riguarda le scelte definitive, che determinano una svolta decisiva nella vita, come quella vocazionale. Ha bisogno, perciò, di padri e di madri che aiutino, specialmente i giovani, a comprendere che essere liberi non è rimanere eternamente davanti ad un bivio, facendo piccole ‘scappatine’ a destra e a sinistra, senza mai imboccare veramente una strada”.

La formazione come crescita nella santità

Parlando della formazione, il Sommo Pontefice ha sottolineato che questa è un “percorso di crescita nella santità” che coinvolge tutta la vita, intrecciandosi con la preghiera personale e comunitaria, la partecipazione ai Sacramenti e l’adorazione, quest’ultima particolarmente necessaria in un tempo in cui se ne è perso il significato. Ha insistito sul fatto che solo chi si riconosce continuamente in formazione può aspirare a diventare un buon formatore per gli altri. Ha poi esortato a vigilare sulle inquietudini del cuore, distinguendo tra una serenità apparente e una pace autentica, che può coesistere con un giusto grado di inquietudine. “La vostra missione è, oggi, decisamente profetica – ha spiegato Papa Francesco – in un contesto sociale e culturale caratterizzato dalla circolazione vorticosa e continua di informazioni, ma di contro drammaticamente povero di relazioni umane. Urgono ai nostri tempi educatori che sappiano con amore farsi compagni e compagne di cammino per le persone loro affidate”.

L’importanza della carità

La carità, secondo il Vicario di Cristo, nasce dallo sguardo che tiene “sempre davanti agli occhi il volto dei poveri”. Francesco ha esortato a vigilare affinché nelle comunità religiose sia sempre presente lo slancio di gratuità e amore disinteressato, che ha segnato l’inizio della loro missione nella Chiesa. Ha ricordato l’importanza di mantenere come punto di riferimento il capitolo 25 di Matteo, che tratta del giudizio finale, considerandolo un criterio essenziale per la vita di ogni cristiano e consacrato.

“Il Signore non ci domanderà: ‘Cosa hai studiato? Quante lauree hai avuto’. Qui c’è l’antidoto efficace per vincere, in noi e attorno a noi, la cultura dello scarto: per favore, non scartare la gente, non selezionare la gente con criteri mondani: quanto sono importanti, quanti soldi hanno questi criteri mondani, fuori. Non scartare, ma ricevere abbracciare tutti, amare tutti” ha concluso Francesco.

L’incontro con il Rettore Beccalli

Oltre agli Istituti religiosi, Papa Francesco ha ricevuto ieri in udienza la professoressa Elena Beccalli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in carica dal primo luglio scorso. Durante l’incontro, sono stati trattati diversi temi, con particolare attenzione al mondo universitario e alla questione dell’emergenza educativa.

“Profonda e immensa la gratitudine espressa dalla professoressa Beccalli – fa sapere l’ateneo in un comunicato stampa – che ha ringraziato il Santo Padre per la Sua costante vicinanza all’Ateneo dei cattolici italiani, dalla sua fondazione al servizio della società e della Chiesa italiana e universale. Un Ateneo che, rinnovandosi costantemente, è impegnato ad accompagnare e sostenere le nuove generazioni in una formazione universitaria integrale dentro una realtà in radicale trasformazione. Un Ateneo che, valorizzando la dimensione di comunità, continua a interrogarsi sul senso di essere università oggi, in particolare università cattolica, illuminato da uno spirito che è nello stesso tempo libero e orientato alla ricerca della verità”.

“La professoressa Beccalli ha illustrato a Sua Santità le molteplici progettualità che l’Università Cattolica del Sacro Cuore si propone di mettere in atto nei suoi cinque campus – Milano, Brescia, Piacenza, Cremona e Roma – per proporre un contributo di pensiero sulle questioni di frontiera in una prospettiva globale” ha concluso la nota dell’ateneo.

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