Per tutta la giornata di mercoledì, negozi e trasporti pubblici in tutto il Venezuela sono rimasti chiusi. Le tensioni per le elezioni presidenziali contestate e le voci di arresti e violenze hanno costretto molti a restare a casa. Il presidente Nicolas Maduro, al potere dal 2013, è stato dichiarato vincitore dal consiglio elettorale. Tuttavia, l’opposizione sostiene che il conteggio dei voti dimostrerebbe che il candidato Edmundo Gonzalez avrebbe ottenuto il doppio dei consensi rispetto a Maduro. Il governo ha citato un hackeraggio dalla Macedonia del Nord come causa del ritardo nel conteggio dei voti. In un discorso, Maduro ha promesso di pubblicare i conteggi dei voti e ha chiesto alla Corte Suprema di obbligare l’opposizione a fare lo stesso.
Contestazioni
L’autorità elettorale ha annunciato che Maduro ha vinto con il 51% dei voti. Poco dopo, l’opposizione ha lanciato sul web conteggi dettagliati dei voti, mostrando Gonzalez al 67% contro il 30% di Maduro. Durante una sessione dell’Organizzazione degli Stati Americani, il diplomatico USA Brian Nichols ha affermato che l’autorità elettorale non ha pubblicato i conteggi per non confermare la vittoria di Gonzalez o per guadagnare tempo per falsificare i risultati La disputa ha causato proteste mortali. Human Rights Watch ha segnalato 20 morti nelle manifestazioni post-elettorali. Martedì sera, Luis Eduardo Roberto, 19 anni, è morto nella città di Upata durante una protesta. Il governatore di Bolívar ha confermato il decesso, ma ha attribuito la responsabilità ai manifestanti. Alcuni alleati di Maduro hanno chiesto l’arresto di Gonzalez e della leader dell’opposizione Maria Corina Machado per il loro ruolo nelle proteste. Gli arresti segnerebbero un’escalation, dopo la detenzione di altri leader dell’opposizione. Machado ha avvertito il mondo dell’escalation repressiva del regime. Un tribunale ha impedito al popolare ex legislatore di candidarsi, ma ha comunque sostenuto Gonzalez durante i raduni.
