All’origine di pandemie come quella attuale possono contribuire, direttamente o indirettamente, numerose azioni umane. Tra esse, il cambiamento climatico causato dall’uomo può favorire la diffusione di patogeni e l’insorgere di nuove epidemie, influendo fortemente il funzionamento degli ecosistemi e delle specie che veicolano infezioni e altre malattie trasmissibili.
Contrastare il cambiamento climatico, favorendo al contempo la conservazione degli ecosistemi integri e restaurando quelli deteriorati dall’uomo, costituisce un approccio lungimirante per tutelare la salute e il benessere delle comunità umane e per prevenire future pandemie. È quanto emerge dal report elaborato dal WWF. Nel report gli esperti del WWF si sono soffermati sulle malattie trasmissibili, ma in generale il riscaldamento globale potrebbe rendere alcune aree del pianeta inadatte alla stessa esistenza umana, interferendo per esempio con i sistemi di termoregolazione mediante l’aumento dei giorni di temperatura estrema.
Il 75% delle malattie infettive umane fino a oggi conosciute deriva da animali e il 60% delle malattie emergenti è stata trasmessa da animali selvatici. In termini tecnici queste malattie vengono definite zoonosi e ogni anno causano circa 1 miliardo di casi e milioni di morti. Gli effetti diretti o indiretti del cambiamento climatico possono influenzare il rischio di diffusione e trasmissione di queste patologie, ipotizzandone i possibili risvolti per la salute umana. Il riscaldamento climatico incide significativamente sulle caratteristiche fisiche dell’ambiente in cui le specie si trovano a vivere. Il cambiamento climatico, inoltre, può avere un impatto significativo anche su quelle specie che ospitano patogeni. Sono state identificate 37 potenziali malattie infettive clima-sensibili per le regioni del Nord. L’Italia ha attraversato il decennio più caldo della sua storia.
Questo non solo ha comportato la crescente fusione dei nostri ghiacciai e minacce alla sopravvivenza di specie vegetali e animali, ma la crisi climatica in corso è certamente un rischio per la salute pubblica.
Un dato significativo è che la capacità di acquisire virus e trasmetterli ad un ospite suscettibile, per esempio i virus responsabili della febbre Dengue da parte della zanzara Aedes albopictus, è aumentata del 50% in quasi 40 anni.
Ma gli effetti avversi del cambiamento climatico in atto possono incidere anche sulla qualità dell’aria, aggravando i livelli di inquinamento già troppo elevati, in particolare nei contesti urbani.