Partirà da settembre la nuova ‘Carta dedicata a te’ 2024: a dirlo è l’Inps che fa sapere che, per quest’anno, avrà un valore di 500 euro, che saranno erogati in un’unica soluzione, alle famiglie con Isee pari o inferiore ai 15mila euro e che, alla data del 4 giugno, quando è entrata in vigore la norma, non abbiano già altri sussidi attivi, come l’assegno di inclusione (Adi), la Carta acquisti ma anche la Naspi, la Discoll o la Cassa integrazione. La misura vedrà coinvolte circa 1,3 milioni di famiglie. Il contributo, fa sapere l’Istituto previdenziale, verrà erogato tramite carte elettroniche prepagate e ricaricabili, fornite da Poste Italiane S.p.A. tramite la controllata Postepay. Le carte, nominative e distribuite a partire da settembre 2024, dovranno essere ritirate presso gli uffici postali abilitati e il primo pagamento dovrà essere effettuato entro il 16 dicembre 2024. Le somme potranno essere spese entro il 28 febbraio 2025 e sono destinate all’acquisto di beni alimentari essenziali (esclusi alcolici), carburanti o, in alternativa, abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale.
Entro il 24 luglio 2024, l’Inps fornirà ai Comuni le liste dei beneficiari, individuati in base a criteri di priorità che considerano l’età dei minori e la composizione del nucleo familiare (almeno tre componenti, di cui uno nato entro il 31 dicembre 2010) e l’indicatore ISEE più basso. I Comuni avranno venti giorni per verificare la residenza e eventuali incompatibilità con altre misure locali, consolidando gli elenchi. L’Inps, entro dieci giorni dalla ricezione dei dati dai Comuni, renderà definitivi gli elenchi e li trasmetterà a Poste Italiane per la distribuzione delle carte. I Comuni informeranno i beneficiari dell’assegnazione del contributo e delle modalità di ritiro delle carte, pubblicando gli elenchi sul proprio sito internet. I rapporti con i beneficiari saranno gestiti dai Comuni e Poste Italiane.
L’impegno per la parità di genere
Insieme alla notizia sulle indicazioni riguardanti la Carta dedicata a te, l’Inps ha fatto sapere di aver ottenuto la ‘Certificazione di Parità di genere’. Questo certificato, introdotto con la legge n. 162/2021, promuove e riconosce le organizzazioni che dimostrano conformità agli standard internazionali in termini di politiche aziendali volte a ridurre il divario di genere, promuovere la parità salariale, gestire le differenze di genere e tutelare la maternità. L’Italia, impegnata con l’Unione Europea nell’attuazione del Pnrr, mira a raggiungere livelli minimi di adesione a questa certificazione. L’Inps, che conta 15.445 dipendenti donne, presenta una maggiore rappresentanza femminile nella fascia di età tra i 56 e i 60 anni (3.672 donne), seguita da quella tra i 61 e i 65 anni (3.073 donne). Altre fasce di età includono 2.344 donne tra i 51 e i 55 anni, 1.524 tra i 31 e i 35 anni, 1.464 tra i 36 e i 40 anni, 1.439 tra i 46 e i 50 anni e 1.182 tra i 41 e i 45 anni.
Tra le dirigenti, ci sono 10 dirigenti generali e 157 di Seconda fascia. Inoltre, l’Inps impiega 343 medici, 188 professioniste tecniche, 13.194 funzionarie e 357 ispettrici di vigilanza. “Questa certificazione premia l’impegno del nostro Istituto nel creare condizioni di lavoro più equilibrate e nel promuovere il benessere di tutti i dipendenti” ha affermato il Presidente dell’Inps Gabriele Fava, aggiungendo che “è compito della Governance e della Tecnostruttura garantire le condizioni affinché tutto il personale possa esprimere le proprie capacità e sentirsi parte integrante nella realizzazione della nostra missione istituzionale”. Fava ha inoltre sottolineato come l’Istituto sia “all’avanguardia nel supporto alla parità di genere attraverso le misure e i servizi erogati, come il Bonus nido, la Decontribuzione mamma, il sostegno alle donne vittime di violenza e l’Assegno unico universale”.