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La Corte Suprema rinvia a dopo le elezioni il caso sull’immunità di Trump nei fatti del 6 gennaio

martedì, 2 Luglio 2024
1 minuto di lettura

La decisione della Corte Suprema sull’immunità presidenziale ritarderà ulteriormente il caso penale contro l’ex presidente Donald Trump a Washington, riguardante i suoi tentativi di ostacolare il trasferimento di potere prima dell’attacco del 6 gennaio al Campidoglio. Questo ritardo assicurerà che il processo a Trump non inizi prima delle elezioni. Le decisioni definitive potrebbero essere appellate, rendendo improbabile un processo prima del 2025. Se Trump dovesse vincere a novembre, è improbabile che il processo proceda. La maggioranza conservatrice, con 6 voti contro 3, ha stabilito che Trump ha diritto all’immunità assoluta per le funzioni presidenziali fondamentali e a un’immunità presuntiva per atti all’interno delle sue responsabilità ufficiali. Non è però immune per atti non ufficiali. Il team di Smith potrebbe sostenere che tutte le accuse contro Trump rimangono solide, anche escludendo quelle relative al Dipartimento di Giustizia

Le garanzie a Trump

La decisione della Corte Suprema di lunedì garantisce che Trump non affronterà responsabilità penali per i tentativi di fermare il passaggio di potere prima delle elezioni presidenziali di novembre. Andrew Weissmann, ex procuratore federale, ha dichiarato che le accuse relative al Dipartimento di Giustizia sono inammissibili e che Trump è stato dichiarato completamente immune, un’idea inquietante. La maggioranza ha stabilito che le interazioni di Trump con i funzionari del Dipartimento di Giustizia nel tentativo di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 erano totalmente immuni da azioni penali. La corte ha stabilito che per determinare se i tentativi di Trump di convincere i funzionari statali a ribaltare i risultati delle elezioni costituiscano azioni ufficiali, è necessaria un’analisi attenta dell’atto d’accusa. La Corte Suprema ha stabilito che se una determinata affermazione contenuta nell’atto d’accusa viene ritenuta un atto ufficiale, i pubblici ministeri non possono presentare testimonianze private del Presidente.

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