La Russia e gli Usa continuano a dialogare a “vari livelli”, tra amministrazioni presidenziali, agenzie di intelligence e canali diplomatici, e Mosca “non abbandonerà nessuno di questi”. Mentre l’Unione europea “ospita” Zelensky. A Kiev, intanto, arrivano armi e munizioni, ma i giovani arruolabili scappano verso la Moldavia. Quanto al rapporto diplomatico Usa-Russia, il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov, dopo una conversazione telefonica avvenuta martedì tra i ministri della Difesa russo e americano, Andrei Belousov e Lloyd Austin, ha detto che i contatti tra le due potenze continuano “su base regolare”.
Questi contatti, ha aggiunto Ruabkov, sono un “elemento importante” dell’attività governativa, “specialmente nell’attuale periodo di crisi”. Secondo quanto riferito dal vice ministro russo, Mosca non esclude di ridurre le relazioni diplomatiche con alcuni Paesi occidentali se questi non modificano il loro approccio “russofobico”. Ryabkov ha ribadito le affermazioni del leader del Cremlino Vladimir Putin delle ultime settimane, secondo cui la dottrina nucleare russa è in corso ridefinizione per quando riguarda l’utilizzo delle armi nucleari. Da qui l’esortazione agli Stati Uniti a prestare attenzione alle discussioni in corso sull’eventuale modifica della dottrina di Mosca per adattarla alle mutate condizioni delle relazioni internazionali.
Litigio tra Orban e Zelensky
Al piano terra del palazzo Europa di Bruxelles, sotto la famosa lanterna, è stata scattata la “foto di famiglia” dei capi di Stato e di governo dell’Ue insieme al Presidente Zelensky. L’occasione è stata la stipula degli impegni di sicurezza a lungo termine assicurati dall’Ue all’Ucraina. Per l’Ue hanno firmato il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen: entrambi a fine mandato. Volodymyr Zelensky ha anche firmato accordi bilaterali con la Lituania ed Estonia.
Poi, però, c’è stato un confronto piuttosto teso tra il primo ministro ungherese, Viktor Orban, e lo stesso Zelensky, prima dell’inizio del Consiglio europeo. I motivi di dissidio tra Kiev e Budapest sono molteplici, solo negli ultimi giorni l’Ungheria ha provato a ostacolare il processo di adesione del paese all’Unione europea e l’Ungheria ha anche chiesto all’Ucraina di riconoscere l’intero territorio della Transcarpazia – una delle 24 regioni ucraine – come “tradizionalmente ungherese”.
Prossima conferenza di pace
Il Presidente ucraino ha anche invitato tutti alla preparazione della seconda conferenza di pace: “Il summit di pace (in Svizzera) è stato un chiaro successo dei nostri sforzi di pacificazione – ha spiegato – e abbiamo dimostrato che il mondo può unirsi per ripristinare la piena efficacia della Carta delle Nazioni Unite e riportare la pace in Ucraina.” Da Ankara ha risposto indirettamente il Presidente turco, Erdogan, che in una conferenza stampa assieme all’omologo dell’Estonia, Alar Karis, ha detto: “Una fine alla distruzione in Ucraina e una soluzione equa per le parti è possibile attraverso la diplomazia. Manteniamo il nostro punto di vista secondo cui iniziative che escludono la Russia non porteranno ad alcun risultato”.
Armi senza soldati?
I problemi interni all’Ucraina non sono soltanto l’esigenza di essere rifornita di armi. La popolazione è allo stremo ed è sempre più difficile reclutare soldati. Gli agenti del Servizio statale della guardia di frontiera dell’Ucraina (SBGS) hanno arrestato un gruppo di 24 uomini in età militare che stavano cercando di attraversare illegalmente il confine per raggiungere la Moldavia. Secondo il Servizio di Guardia di Frontiera dello Stato, gli organizzatori hanno preso 12mila euro da ciascuno per attraversare il confine.
Dall’altra parte, la Russia, secondo quanto riferito da Zelensky, avrebbe arruolato 10.000 immigrati naturalizzati per lanciare una nuova offensiva nella zona est dell’Ucraina. Intanto è partita la prima spedizione di munizioni di artiglieria per l’Ucraina nell’ambito di un’iniziativa a guida ceca.
E’ stata consegnata una partita costituita da decine di migliaia di proiettili da 155 millimetri finanziati dalla Germania. Coordinatore il ministro della Difesa ceco Jana Cernochova che ha detto che il suo governo ha stanziato 865,8 milioni di corone (37,15 milioni di dollari) come contributo nazionale al programma a cui finora hanno aderito 18 paesi.