Sono un centinaio i Paesi e le organizzazioni che si sono registrati per il vertice di pace che si terrà in Svizzera nel prossimo fine settimana. Lo ha annunciato la Presidente elvetica Viola Amherd che di recente aveva considerato che sarà comunque necessario arrivare anche alla partecipazione della Russia. “Questa non è propaganda – ha spiegato Amherd – ma si tratta di gettare le basi per l’aiuto umanitario della Svizzera… e di avviare un dialogo”. Tra i partecipanti, ha spiegato, ci sono rappresentanti delle Nazioni Unite e solo la metà sono leader nazionali. Per gli Stati Uniti, ad esempio, è confermata la presenza della vice Presidente, Kamala Harris, ma non del Presidente. Mancheranno le superpotenze Russia e Cina. Il ministro russo Lavrov ha ringraziato ufficialmente la Cina per aver deciso di non partecipare alla Conferenza svizzera. Mentre non hanno ancora chiarito se parteciperanno o meno la Turchia, il Sudafrica e il Brasile. L’India parteciperà, ma non ha comunicato a quale livello diplomatico. Il ministro degli Esteri della Svizzera, Ignazio Cassis in una conferenza stampa ha ribadito che “ci sono punti di vista differenti su questa guerra e ci confronteremo su tutti questi, per capire come coinvolgere la Russia: è l’inizio di un processo che spero ci porti alla pace”. Insomma, non esattamente un fallimento annunciato, ma un primo passo per arrivare a un tavolo di trattative tra le parti in campo.
La guerra e le esplosioni
E sul campo, secondo le Forze armate ucraine, Mosca starebbe schierando i combattenti ceceni di Ramzan Kadyrov a ridosso del confine con la regione di Kharkiv e starebbe arruolando migliaia di mercenari dai Paesi africani. Sempre da fonte militare ucraina, la Russia avrebbe iniziato a schierare sottomarini per pattugliare il Mar Nero. Mentre il ministero della Difesa di Mosca ha reso noto che le truppe russe hanno conquistato un altro insediamento, quello di Staromaiorske, nella regione ucraina di Donetsk. L’Ucraina ha riferito che alcuni F-16 dai paesi amici saranno tenuti all’esterno per evitare che vengano distrutti dai bombardamenti russi. Ma Andrei Kartapolov, capo della commissione difesa della Camera bassa della Duma di Mosca, ha comunque sottolineato che i caccia resteranno obiettivi “legittimi” se verranno utilizzati per attaccare la Russia. Sospetta, invece, l’esplosione che si è verificata nella fabbrica di armi Mesko a Skarzysko-Kamienna, in Polonia. L’azienda produce munizioni e sistemi missilistici anche per l’Ucraina.
Conferenza di Berlino
E mentre ieri a Berlino apriva la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, il più importante appuntamento annuale per discutere del sostegno economico, delle riforme e della ricostruzione del Paese dopo la guerra, presente anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, il capo dell’Agenzia per la ricostruzione dell’Ucraina, e figura della rivoluzione europeista di Maidan del 2014, si è dimesso a causa delle “tensioni con l’esecutivo.” Ex giornalista e noto attivista politico, Moustafa Nayyem era stato nominato a fine gennaio 2023, ma ora denuncia la “costante opposizione” al suo lavoro. “Mi dimetto dalla mia posizione a capo dell’agenzia. Ho preso questa decisione di mia spontanea volontà a causa di ostacoli sistemici che mi impediscono di svolgere efficacemente le mie mansioni”, ha spiegato sulla sua pagina Facebook. In particolare, ha denunciato la decisione del Primo ministro Denys Chmygal di cancellare la sua partecipazione ufficiale proprio alla conferenza che si svolge a Berlino. Nayyem ha inoltre condannato i tagli al bilancio della sua agenzia, spiegando che “la maggior parte dei dipendenti ha visto il proprio stipendio ridotto del 68%”, nonché i ritardi nei progetti causati dall’eccessiva burocrazia. Ha inoltre messo in guardia dal reindirizzare i fondi destinati alle infrastrutture, in particolare alla riparazione delle strade, verso la difesa. “Se la situazione non cambia, la prossima stagione ci troveremo di fronte a complicazioni nella logistica militare”, ha avvertito.
Arrestati ucraini alla frontiera con Ungheria
Intanto le autorità di frontiera dell’Ungheria hanno arrestato 32 cittadini ucraini mentre tentavano di attraversare il confine illegalmente. Probabilmente un tentativo di fuga dal Paese per evitare di essere arruolati. Il colonnello ucraino Andriy Demchenko, ha confermato il fatto. “Per quanto riguarda l’attraversamento illegale del confine da parte di un gruppo di persone con un veicolo nell’area del distaccamento di Mukachevo – ha spiegato – sono in corso tutti i controlli necessari. Il movimento del camion verso il confine attraverso un campo è stato registrato con l’ausilio di mezzi tecnici di monitoraggio della zona. Il gruppo di intervento ha trovato tracce del mezzo alla periferia di un Paese vicino.”