venerdì, 22 Novembre, 2024
Attualità

Meloni: “La futura leadership iraniana si impegni per la pace”

La morte di Raisi. Teheran esclude il complotto. Il cordoglio di Mattarella

“Spero che la nuova leadership si impegni per la pace. Ma se si vuole essere realisti non vedo che ci saranno grandi modifiche all’interno del regime iraniano, è difficile aspettarsi grandi rivoluzioni”. È questo l’augurio del Premier Giorgia Meloni dopo la notizia della morte del Presidente dell’Iran Ebrahim Raisi, il cui corpo è stato ritrovato carbonizzato dopo l’incidente aereo di cui è stato vittima a Varzaghan con altre 7 persone, tra cui il Ministro degli Esteri Amir-Abdollahian.

Ospite della trasmissione ‘Mattino Cinque’ di Canale 5, Meloni ha espresso la solidarietà dell’Italia al popolo iraniano aggiungendo che quanto accaduto merita la dovuta attenzione da parte di tutti gli alleati europei e del G7 perché si tratta di un episodio di cronaca avvenuto in una regione particolarmente complessa, anche se “viene accreditata la tesi dell’incidente e non quella legata a qualcosa di complottistico”.

Vertice a Chigi

Una giornata, quella di ieri, chiaramente dedicata alla morte di Raisi (ha espresso il proprio cordoglio per tutte le vittime della sciagura aerea anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) e Meloni dopo l’intervista dalle frequenze di Mediaset ha presieduto una riunione a Palazzo Chigi convocata proprio per discutere della situazione in Iran, alla presenza del Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, del Ministro della Difesa Guido Crosetto, del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del Sottosegretario Alfredo Mantovano e dei vertici dell’intelligence. Lo stesso Tajani, al termine della riunione, ha confermato che la fine di Raisi sarebbe dovuta a un incidente provocato dal maltempo o da un guasto elettrico: “Ci auguriamo che la nuova classe dirigente che guiderà l’Iran possa lavorare per la pace, per la stabilità dell’intera area del Medioriente”, le sue parole rilasciate a Rai Radio 1: “Noi – ha aggiunto – seguiamo la vicenda con grande attenzione, abbiamo parlato a lungo stamane con la nostra ambasciatrice, seguiamo con l’unità di crisi minuto per minuto, seguiamo tutti i nostri connazionali che sono in Iran”.

Cinque giorni di lutto

Inutile dire che il Paese sta vivendo un momento alquanto difficile per la morte del suo Presidente che giovedì riceverà l’ultimo saluto a Mashhad, sua città natale (anche se oggi cominceranno i primi riti funebri). E qui sarà sepolto. Cinque i giorni di lutto nazionale decretati. Dal punto di vista politico, ieri a Teheran c’è stata la prima riunione di gabinetto post-Raisi con il Presidente ad interim Mohammad Mokhber, incaricato di assumere le funzioni dall’ayatollah Ali Khamenei. Il ruolo di nuovo Ministro degli Esteri è stato invece affidato ad Ali Bagheri Kani, già capo negoziatore nelle trattative sul nucleare iraniano. Le nuove elezioni sono state programmate per il 28 giugno.

Le reazioni

La morte di Raisi ha visto uniti Putin, Xi ed Erdogan, tre personalità vicine all’oramai ex Presidente dell’Iran. Il numero uno del Cremlino ha parlato di “un grande politico”, il Segretario generale del Partito comunista cinese di una “tragica morte” e il Presidente della Turchia ha manifestato tutta la propria vicinanza al popolo di Teheran. La televisione di Stato iraniana ha parlato di Raisi come “un martire”. Di tutt’altro avviso il Consiglio nazionale della Resistenza iraniana che commentando la morte del Presidente ha parlato di un “colpo strategico contro Khamenei che innescherà una serie di ripercussioni e crisi all’interno della tirannia teocratica che spingerà i giovani ribelli all’azione”. Messaggi di cordoglio sono giunti anche da Hezbollah, Hamas e Houthi ma anche dal Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.

Il cordoglio dei paesi ‘amici’. Putin: “Grande politico”. Xi: “Tragica morte”. Erdogan: “Al fianco del popolo di Teheran”. Da Hamas, Hezbollah e anche dagli Houthi omaggio a chi “ha sostenuto la resistenza”. Il Libano indice tre giorni di lutto. La premier italiana presiede un vertice con i servizi: “Non prevedo grandi rivoluzioni di regime”.

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