È stato nuovamente il conflitto in atto in Medioriente al centro del Regina Caeli del Papa che anche ieri si è detto profondamente turbato per quanto sta accadendo: “Continuo a seguire con preoccupazione, e dolore anche, la situazione. Rinnovo l’appello a non cedere alla logica della rivendicazione della guerra. Prevalgano invece le vie del dialogo, della diplomazia, che può fare tanto”. Francesco ha aggiunto che prega ogni giorno affinché torni alla pace in Palestina e in Israele, con la speranza che i due popoli in questione “possano presto smettere di soffrire”. Il Santo Padre ha anche ribadito la sua vicinanza e solidarietà al martoriato popolo ucraino, “che soffre tanto per la guerra”.
Ieri, ‘Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni’, è stata anche l’occasione per il Pontefice per evidenziare questo appuntamento per riscoprire la Chiesa come una comunità vibrante, “caratterizzata da una varietà di carismi e vocazioni al servizio del Vangelo. È un momento prezioso per riflettere sul ruolo fondamentale che ciascuno può svolgere nel diffondere la speranza e contribuire alla costruzione della pace, valori imprescindibili per il benessere dell’umanità”, ha detto rivolgendosi ai nuovi presbiteri della Diocesi di Roma, ordinati sabato nella suggestiva Basilica di San Pietro.
“Non buttarsi via”
Nel discorso durante l’introduzione del Regina Caeli, il Santo Padre ha parlato di un mondo spesso dominato dalla ricerca del successo esteriore e dal giudizio altrui, dove esiste il pericolo di valutare il proprio valore in base a parametri mondani e superficiali. Una situazione che spesso porta le persone a sentirsi inadeguate o sbagliate, trascurando la bellezza intrinseca che Dio vede in ognuno di noi: “E quante volte si finisce per buttarsi via per cose da poco. Oggi Gesù ci dice che noi per Lui valiamo tanto e sempre. E allora, per ritrovare noi stessi, la prima cosa da fare èmetterci alla sua presenza, lasciarci accogliere e sollevare dalle braccia amorevoli del nostro Buon Pastore”, ha detto il Vescovo di Roma invitando tutti a riconoscere la propria importanza agli occhi di Dio e a trovare la propria identità nella Sua presenza amorevole.
L’omaggio a padre Pettinari
Una domenica, quella di ieri, in cui il Papa ha poi reso omaggio al sacrificio e al servizio del missionario padre Matteo Pettinari, tragicamente scomparso il 18 aprile in un incidente stradale in Costa d’Avorio. Conosciuto come il ‘missionario instancabile’, padre Pettinari per Francesco “ha lasciato un’impronta indelebile grazie alla sua generosa testimonianza di fede e al suo impegno incrollabile nel portare conforto e speranza alle comunità più bisognose”. Originario della provincia di Ancona, di Monte San Vito, aveva solo 42 anni ed era membro dell’Ordine dei Missionari della Consolata. La sua vocazione lo ha portato in missione nel Paese africano per oltre 13 anni, dove ha dedicato la sua vita alla costruzione di una chiesa, coinvolgendo attivamente la popolazione locale.