Coldiretti, nel corso di una mobilitazione di diecimila agricoltori al Brennero terminata ieri sera e volta a fermare l’invasione di prodotti alimentari stranieri (spesso erroneamente etichettati come italiani) ha presentato una serie di proposte in vista delle prossime elezioni europee, con l’obiettivo di difendere la sovranità alimentare e sostenere le aziende agricole contro le pratiche sleali.
La manifestazione è stata guidata dal Presidente Ettore Prandini e ha ottenuto il sostegno di esponenti politici e di varie associazioni. Tra i ‘suggerimenti’ avanzati dalla Confederazione dei coltivatori diretti vi è l’istituzione dell’etichetta d’origine Ue su tutti i prodotti alimentari, al fine di garantire trasparenza e informazioni chiare ai consumatori. Inoltre, viene chiesto un maggior sostegno alle aziende agricole contro le pratiche sleali, con particolare attenzione alla trasparenza nella filiera agroalimentare.
Coldiretti sottolinea l’importanza di rivendicare il principio di reciprocità nelle relazioni commerciali, in modo che i prodotti importati rispettino le stesse normative comunitarie in materia di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e del lavoro. L’associazione denuncia anche la concorrenza sleale che danneggia gli agricoltori europei, spesso sottoposti a regolamenti e vincoli eccessivi.
Semplificazione burocratica
Un altro punto fondamentale delle proposte di Coldiretti è la semplificazione burocratica, al fine di alleggerire gli adempimenti a carico delle aziende agricole. L’associazione chiede una maggiore semplificazione delle procedure amministrative, in modo da consentire agli agricoltori di dedicare più tempo alla produzione e meno alla burocrazia. Sottolineata anche l’importanza di garantire mercati equi e trasparenti, vietando la vendita sotto i costi di produzione e incentivando gli accordi di filiera.
L’associazione propone inoltre un aumento dei fondi Pac per assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei e favorire il ricambio generazionale nel settore agricolo. InoltreColdiretti porta avanti la battaglia contro il cibo sintetico fatto in laboratorio, chiedendo normative rigorose per garantire la qualità e la sicurezza alimentare. L’associazione ha già ottenuto risultati significativi in Italia con la raccolta di oltre 2 milioni di firme che hanno portato all’approvazione di una legge che ne vieta la produzione e la commercializzazione sul territorio nazionale.
+60% di cibo straniero in 10 anni
La Coldiretti ha poi tenuto a precisare che nel giro degli ultimi dieci anni le importazioni di cibo straniero sono aumentate del 60% raggiungendo il valore record di 65 miliardi di euro. Prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori. Insomma, l’Italia si trova di fronte a un crescente allarme alimentare, con una media di oltre un’allerta al giorno nell’ultimo anno. Sono pericoli, secondo un’analisi basata sui dati del ‘Sistema di allerta rapido per il food and feed’ al 1° aprile 2024, che riguardano principalmente prodotti stranieri contaminati da residui di pesticidi vietati nel Paese: micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine, o additivi e coloranti. I dati, nello specifico, mostrano un aumento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Frutta e verdura sono al primo posto per numero di segnalazioni, pari al 30% del totale. Si va dai pistacchi turchi e iraniani con alti livelli di aflatossine alle carote dall’Egitto con residui di Linuron, un pesticida vietato in Europa. Ma ci sono anche i fagioli all’occhio del Madagascar con Chlorpirifos, una sostanza bandita in Ue perché sospettata di danneggiare il cervello dei bambini, presente peraltro anche sui fagioli dal Bangladesh. Norovirus sui frutti di bosco congelati tedeschi e serbi, ma per Coldiretti neppure il succo d’arancia congelato è sicuro, poiché su quello iraniano ci sono residui di Propiconazole, sostanza anch’essa vietata. Pesticidi banditi anche sui peperoncini dal Kenya, mentre sui fichi secchi turchi sono state rinvenute aflatossine.
Occhio a pesce e carne
Al secondo posto tra i prodotti più pericolosi c’è il pesce, con 107 segnalazioni. Si va dalle ostriche francesi e olandesi con la presenza di norovirus alle seppie congelate dall’Albania con contenuto di cadmio, dal pesce spada e dal tonno spagnoli con presenza di mercurio oltre i limiti ai filetti di merluzzo congelato dalla Cina con la salmonella, presente anche nelle cozze cilene. Tra i prodotti più pericolosi ci sono anche le carni, quasi principalmente per la presenza di salmonella. Ne è stata scoperta nelle carni di pollo e di tacchino dalla Polonia, dall’Olanda dalla Spagna e dall’Olanda, ma anche nelle cosce di rana turche e cinesi.
Al quarto posto i cereali dove la quasi totalità delle segnalazioni riguardano il riso dal Pakistan, per la presenza di aflatossine e residui di pesticidi vietati, mentre al quinto troviamo le spezie, dal peperoncino dello Sri Lanka con aflatossine all’originano turco con tossine naturali, dal peperoncino cinese con salmonella al cumino indiano con residui di pesticidi.
Il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha sottolineato l’importanza di garantire che tutti i prodotti, italiani e stranieri, rispettino gli stessi standard di qualità e sicurezza. L’applicazione del principio della reciprocità, con regole uguali per tutti a partire dai fattori di produzione, è fondamentale per proteggere l’ambiente, il lavoro e la salute dei consumatori italiani. La manifestazione ha ricevuto il plauso del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Fanno bene gli amici della Coldiretti a protestare, c’è piena sintonia con la nostra azione. Chiedono la stessa cosa che abbiamo proposto in Europa, ovvero la condivisione dei controlli in Ue”.