“I dati idrologici non devono essere analizzati, soprattutto dai soggetti decisori, nel contingente, ma in una prospettiva temporale ampia, perché la crisi climatica dimostra quanto repentinamente si passi dalla siccità al rischio alluvionale”. È questo l’invito di Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, di fronte alla diffusa percezione che le recenti, abbondanti piogge abbiano risolto l’insufficienza idrica, registrata soprattutto nel Centro Sud del Paese.
La mappa dell’European Observatory
Se, infatti, è innegabile che le precipitazioni abbiano dato ristoro ai territori assetati del Mezzogiorno, colpiti da mesi di aridità estrema ed anomalie termiche da record, non si può certo dire che abbiano risolto gli scompensi. Ad evidenziare la gravità della situazione è la mappa dell’European Drought Observatory , che a fine Febbraio indicava un’evidente sofferenza idrica in un’estesa area identificabile nella fascia adriatica centro-meridionale (dalla Romagna alla Puglia), nella quasi totalità della Basilicata, in buona parte della Calabria, lungo la costa livornese e laziale e soprattutto nelle due isole maggiori (in Sicilia, l’uso dell’acqua è razionato in oltre un centinaio di comuni con “zone rosse” tra le province di Catania, Caltanissetta ed Enna). La crisi idrica è ancora più grave lungo la fascia litoranea mediterranea spagnola, ma anche le isole Baleari e la Grecia stanno patendo le conseguenze di una stagione autunno-vernina troppo mite e secca.
Rischio desertificazione
“Sono immagini, che dovrebbero indurre una profonda riflessione sulle politiche idriche avviate dall’Unione Europea, perché la crisi climatica sta sconvolgendo equilibri storici, spingendo il Sud del Continente verso scenari africani con crescenti territori a forte rischio desertificazione, cui si può rispondere con manutenzione, con innovazione e nuove infrastrutture, ma anche con adeguate politiche, che ne considerino la specificità territoriale” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. Per quanto riguarda la nostra Penisola, il settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche attesta come piogge e nevicate abbiano idricamente riequilibrato le regioni settentrionali e l’arco alpino; resta il preoccupato rammarico che tale abbondanza d’acqua non venga perlopiù capitalizzata in bacini, così da creare riserva per l’annunciato ritorno di fenomeni climatici con forte aumento delle temperature. I livelli dei grandi laghi del Nord Italia hanno raggiunto i valori massimi e rilasciano grandi quantità d’acqua destinata al mare. La Valle d’Aosta, come tutto l’arco alpino, vede accrescere il manto nevoso, sperando che le temperature (in base ai dati del Centro Funzionale Regionale, Febbraio è stato 4 gradi più caldo della media e lo zero termico ha toccato i 3.500 metri.