Dall’ultimo rapporto disponibile sulla criminalità predatoria le rapine commesse in Italia sono state 20.000, pari ad un calo del 17,6% rispetto al 2019. Ma erano anni di pandemia e il trend misurato risultava molto in ribasso. Il dato più contenuto, comunque, è confermato anche nel lungo periodo: furti e rapine sono in netta diminuzione. Nel 2013 ci furono 43.000 rapine (quasi 70 ogni 100.000 abitanti) e dieci anni dopo si è raggiunto il valore più basso, 33,5 ogni 100.000 abitanti. Tra tutte le rapine quelle in esercizi commerciali (15,2%) sono le più numerose dopo quelle sulla “pubblica via” (55,4%). Ma anche in questo caso vale sempre di più la “percezione” della realtà; negli ultimi tempi la cronaca ha riportato all’attenzione soprattutto rapine violente, con armi, a portavalori e anche azioni predatorie continue nei negozi. E dunque è stato firmato un accordo al Ministero dell’Interno tra il ministro Matteo Piantedosi e la vice presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Patrizia Di Dio, e dalla presidente nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise.
Piantedosi: interventi tempestivi
L’accordo ha lo scopo di “garantire sempre maggiori livelli di protezione e sicurezza agli esercizi commerciali e alle imprese, grazie al collegamento dei sistemi di video-allarme con le sale operative delle Forze di polizia che, in caso rapina, potranno ricevere segnalazioni e immagini in tempo reale.” Il protocollo ha una durata triennale, verrà reso operativo su tutto il territorio nazionale con l’intervento delle prefetture in collaborazione con le articolazioni territoriali e di categoria delle Confederazioni. “Un’intesa – sottolinea il ministro Piantedosi – che testimonia l’attenzione del Viminale per assicurare sempre più elevati standard di sicurezza e legalità in settori nevralgici per la nostra economia. Soluzioni tecnologiche che, grazie ad una più veloce interconnettività dei sistemi di video-allarme con le centrali delle Forze dell’ordine, consentiranno interventi sempre più tempestivi, oltre a fornire un importante contributo alle attività investigative. Strumenti che tutelando gli esercizi commerciali e le imprese contribuiscono, al contempo, ad accrescere i livelli di sicurezza per l’intera comunità.”
Di Dio: investiamo in sicurezza
Il protocollo soddisfa le associazioni della categoria dei commercianti, che più di altri è esposta a fenomeni predatori e di violenza. L’accordo, dice Di Dio, “arriva in un momento in cui è ancora più importante investire nella sicurezza delle nostre città, senza distinzione alcuna tra periferie e centri storici. Speriamo contribuisca sempre più ad incentivare azioni concrete di collaborazione tra imprenditori e forze dell’ordine per scoraggiare l’aumento di furti e rapine nei negozi.”
De Luise: percepita più sicurezza
Insomma un ulteriore presidio di legalità che secondo De Luise si raggiunge anche “con la presenza di attività di vicinato, che non solo contribuisce a garantire la vivibilità dei nostri centri urbani, ma rappresenta anche un controllo del territorio. Una funzione che viene rafforzata dall’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza, una sorta di occhiale speciale di cui queste imprese hanno l’opportunità di dotarsi. E che ha dato prova di grande utilità: dopo una esperienza ultra ventennale, infatti, possiamo affermare con certezza che la distribuzione dei sistemi di video allarme antirapina nella rete di attività di vicinato ha dato un valido contributo ad elevare il livello di sicurezza percepito dai cittadini. Una conferma del ruolo indispensabile di negozi e pubblici esercizi, che anche per questo devono essere maggiormente tutelati: il loro sradicamento dal tessuto economico renderebbe le città non solo meno ricche e vive, ma anche meno sicure.”