Il vittimismo è la malattia infantile del patriottismo. Quando l’orgoglio nazionale viene ferito, la reazione immatura consiste nell’attribuire le colpe agli altri Paesi o a congiure contro la nostra bandiera.
La sonora bocciatura di Roma per l’Expo 2030 ha scatenato reazioni pesanti, alcune davvero poco diplomatiche nei confronti di chi ha adottato la decisione Se dovessero emergere prove di conduzione scorretta della vicenda sarà giusto andare fino in fondo. Ma non è questo il problema.
Il punto è capire se davvero Roma meritava di essere scelta dopo il grande successo ottenuto dall’Expo del 2015 a Milano. Quando fu scelta nel 2008, la città del Duomo dava già segnali di essere in ripresa e di volersi modernizzare, dotandosi di infrastrutture e progetti per una immagine proiettata nel futuro.
Declino Capitale
Roma è una città spenta, intorcinata in mille problemi che si trascinano da decenni, senza soluzioni in vista. Ha perso qualsiasi spinta propulsiva. Non guarda al futuro perché è ripiegata su sé stessa, impotente, rassegnata e arrabbiata per le sue inefficienze e la qualità della vita scadente. Con soli 60 km di metropolitana (Madrid ne ha 300), senza un trasporto pubblico degno di questo nome, paralizzata da un traffico degno di Nuova Dehli,con l’immondizia che deborda da cassonetti malandati, sporca e trascurata, senza progetti di sviluppo moderno, Roma è il contrario della proiezione verso il futuro. Si crogiola sempre nella sua gloria millenaria ma non sa valorizzarla adeguatamente.
La Grande bellezza addormentata
Si comporta come una nobile decaduta che vive di rendita. Tutti prima o poi vogliono visitare la città eterna per le sue bellezze artistiche e la sua storia impareggiabile. Ma quanti vogliono ritornarci davvero quando lanciano la monetina nella Fontana di Trevi? Quante aziende e professionisti sono disposti a pagare i costi impropri dovuti all’inefficienza di una capitale addormentata pur di lavorare nella Grande bellezza? A differenza di Milano che ha avuto sindaci di qualità di qualsiasi parte politica, Roma ha visto succedersi dal 2008 in poi figure minori. L’unico periodo in cui è stata governata è stato durante i 7 mesi del Commissario straordinario Francesco Paolo Tronca….
La spinta propulsiva che manca
Invece di piangersi addosso e prendersela con qualche perfido nemico, Roma farebbe bene a ripensare sé stessa. Compito non solo della politica, scadente, ma anche degli imprenditori, della classe dirigente della società cosiddetta civile che non agisce da protagonista ma si acconcia a cavarsela.
Gli eventi straordinari non mancano ma Roma li spreca. Una storia che si ripete dai mondiali del 1990 e con i Giubilei del 2000 del 2015 e quello del 2025.Per di più la sindaca grillina rifiutò le Olimpiadi….Altro che spinta propulsiva.