Si alza e si chiude tra le polemiche l’incontro sul “tavolo delle pensioni”. All’ingresso di via Flavia sede del ministero del lavoro, la ministra Marina Calderone, i leader sindacati di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, i delegati dell’Associazioni delle imprese, trovano un presidio di donne con i cartelli: “Opzione donna diritto alla pensione derubato”. Nel primo pomeriggio all’uscita dal vertice il segretario della Cgil Maurizio Landini taglia corto: “Un incontro totalmente inutile”. Almeno per la Cgil e la Uil non bastano le indicazioni del ministro del lavoro a far decollare la trattativa.
Al tavolo Marina Calderone annuncia che ci sarà spazio per la flessibilità in uscita dal lavoro, strumento unico per gli esodi incentivati e nuove assunzioni, l’allargamento della platea di Ape sociale, sulla previdenza complementare inoltre un nuovo semestre di silenzio assenso, deducibilità delle misure di welfare, pensione contributiva per giovani e donne. Lo sforzo del Governo e del ministro del Lavoro è tentare di delineare un insieme di interventi prima della legge di bilancio, quindi superare l’estate e arrivare a settembre. Con un grosso interrogativo, quello delle risorse che ieri non è stato affrontato.
Cgil e Uil, nessun passo avanti
Il problema per i leader di Cgil e Uil, Landini e Bombardieri quelle del ministro sono parole già ascoltate, quindi non si è incardinata nessuna trattativa. “Un incontro negativo. Il governo non ha la volontà vera di aprire la trattativa e il ministro non ha alcun mandato”, scandisce Landini, “hanno ridetto le cose di gennaio e sulle risorse per fare una trattativa vera non ci hanno risposto”. Giudizio negativo anche per la Uil. “Risultati concreti oggi non ci sono, su nessun tema”, osserva tranciante Pierpaolo Bombardieri, “Neppure su Opzione donna e per queste donne rimaste sotto il sole, che non sono state nemmeno nomitate: se questo è il modo con il quale la presidente del Consiglio e la ministra rispondono alle donne c’è da stare preoccupati”. “Oggi pomeriggio manderanno un calendario di appuntamenti”, rivela il segretario Uil che conclude polemico, “Saremo presenti a tutti gli incontri in attesa di avere dati e risposte e di sapere le risorse che saranno impegnate. Finora ci sono solo affermazioni di principio. Chiacchiere e distintivo non ci servono”.
Cisl il dialogo c’è, ma decidiamo
Posizione molto diversa quella della Cisl, il segretario Luigi Sbarra trova elementi nuovi dal confronto.
“Un fatto estremamente positivo aver riallacciato il dialogo con il governo sulla riforma del sistema pensionistico. Era quello che ci proponevamo con la nostra mobilitazione: ora si tratta di stare agganciati al tavolo per negoziare e conquistare avanzamenti strutturali”. Per la Cisl inoltre l’elemento che incoraggia il confronto è l’intenzione del Governo di accantonare la riforma Fornero.
“Riteniamo molto importante in questo senso la volontà espressa dalla ministra Calderone di superare in modo definitivo le rigidità della Legge Fornero”, spiega Luigi Sbarra, al termine del vertice al ministero. “Abbiamo espresso l’esigenza di dare al percorso continuità e concretezza, verso una riforma inclusiva, stabile, socialmente sostenibile e apprezzato la volontà del governo di definire nelle prossime ore un cronoprogramma che entri, con specifici incontri tecnici, nelle principali questioni di merito”.
Le proposte del ministro
Un passo avanti su alcuni temi in bilico tra lavoro e previdenza tuttavia c’è. In particolare creare le condizioni di nuove assunzioni e puntare uscite flessibili. La ministra Calderone indica uno strumento per gli esodi incentivati seguendo la logica del contratto di espansione, della durata massima di 7 anni, con un sostegno pubblico esteso alle piccole e medie imprese che potranno promuovere nuove assunzioni incentivate.
Un potenziamento delle misure già esistenti che prevedono tre possibilità per le aziende: isopensione, contratto di espansione oltre agli assegni ad personam nell’ambito di trattative aziendali. Il Ministro inoltre propone chiedendo il sostegno dei sindacati che per le domande di cassa integrazione previste per i lavoratori delle zone alluvionate, le pratiche con la firma degli accordi avranno tempi rapidi in modo da far partire subito i pagamenti.
Il tempo stringe
Il tema per la Cgil è che il 2023 è trascorso per la metà e della riforma c’è solo un vago abbozzo. “L’ultimo incontro l’abbiamo fatto a gennaio oggi siamo già a giugno e la situazione è semplicemente peggiorata: rischiamo di tornare alla legge Fornero”, insiste Landini. Altra questione le risorse su cui il Governo fa scena muta. “Aspettiamo che ci dicano quali risorse mettono in campo. Le risorse vanno trovate con una riforma del fisco perché il Governo non può continuare a chiedere i soldi sempre agli stessi”. Sui tempi da rispettare per non arrivare ad un nulla di fatto in autunno, è d’accordo anche il segretario Cisl, “Chiediamo un cronoprogramma di incontri tecnici per entrare nel merito delle priorità per sapere quali risorse saranno messe in vista della legge di bilancio”, puntualizza Luigi Sbarra.
Opzione donna, la polemica
Ad attendere ieri mattina le delegazioni davanti alla sede di via Flavia del ministero del Lavoro, il presidio di un gruppo di una decina di donne.
Le manifestanti chiedono il ripristino di Opzione donna con i requisiti della versione originaria e senza i paletti inseriti nell’ultima legge di Bilancio. “Opzione donna diritto alla pensione derubato”, accusa lo striscione, con un invito “Rimediare si deve, si può”. Dall’incontro tuttavia tra sindacati e ministro non sono emerse novità sulla misura che nella versione precedente ha più possibilità per me lavoratrici di uscita flessibile dal lavoro.
La buona notizia, gli aumenti
Per chi è già in pensione ed è nella fascia di reddito più bassa, a luglio arriveranno gli aumenti previsti dalla legge di Bilancio per le pensioni minime. A darne notizia è l’Inps che ricorda che si tratta dell’incremento che la legge riconosce ai titolari di pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo per il periodo dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024, per “contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche registrate e attese per gli anni 2022 e 2023”. L’incremento è pari a 1,5 punti percentuali per l’anno 2023, elevato al 6,4% per i pensionati di età superiore a 75 anni, e di 2,7 punti percentuali per il 2024 senza distinzione di età, con riferimento all’importo mensile lordo dei trattamenti pensionistici complessivamente spettanti al beneficiario, che deve risultare pari o inferiore all’importo del trattamento minimo Inps vigente (563,74 euro). Con il pagamento di luglio saranno corrisposti anche gli arretrati spettanti dal 1° gennaio 2023 o dalla decorrenza della pensione, se successiva, e l’importo sarà evidenziato sul cedolino di dettaglio del pagamento.