Il ministro agli Affari europei, le politiche di coesione, il Sud e il PNRR Raffaele Fitto si dice soddisfatto per il Patto per la migrazione e l’asilo raggiunto ieri a Lussemburgo. “Il Patto segna finalmente un cambio di passo dell’Unione europea nelle politiche di asilo e di immigrazione, e getta le basi per il superamento dell’iniquo sistema di Dublino sostituendolo con regole nuove basate sull’equilibrio tra i principi di solidarietà e responsabilità”, ha detto Fitto. “Con l’accordo di ieri che ricordo non è definitivo ma costituisce la base di partenza per il successivo negoziato con il Parlamento europeo, non solo abbiamo ottenuto una divisione di responsabilità più equa fra Stati membri di primo ingresso e Paesi di destinazione dei migranti, ma anche frontiere più sicure attraverso procedure di esame di asilo e di rimpatrio più rapide ed efficaci”, continua Fitto. “Solo chi ha diritto alla protezione internazionale deve restare in Europa, mentre chi non ne ha diritto deve essere rimandato indietro. Sul piano della solidarietà abbiamo rifiutato la logica sbagliata, ma accettata in passato, dei soldi in cambio di migranti, scegliendo invece di utilizzare questi fondi per rafforzare la politica europea di gestione della dimensione esterna che è la vera chiave di volta per la soluzione della questione migratoria. Il risultato di ieri è merito, in primo luogo, del Presidente Meloni che ha saputo rimettere con forza il tema migratorio al centro dell’agenda europea. Voglio anche fare i miei complimenti all’amico e collega Piantedosi che in questi mesi e poi ieri a Lussemburgo ha saputo condurre in maniera molto efficace una trattativa molto complicata”, sottolinea il ministro. “Inizia adesso un lavoro di negoziato con il Parlamento europeo nel corso del quale, mi auguro con il contributo di tutte le forze politiche rappresentate a Strasburgo ed in una logica di sistema Paese, riusciremo a consolidare gli importanti risultati ottenuti in sede di Consiglio e ad ottenere ulteriori miglioramenti in vista dell’accordo definitivo sulla riforma”, conclude.