Una giornata storica per la Nato. tra poche ore la Finlandia sarà il trentunesimo membro della Alleanza atlantica. La Finlandia è sempre voluta rimanere neutrale ma il Paese ha preso questa decisione a causa dell’insicurezza generata dalla guerra tra la Russia e l’Ucraina, rafforzando ulteriormente i confini dell’est Europa. “Questo renderà la Finlandia più sicura e la Nato più forte”. Sono le parole del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, al suo arrivo alla ministeriale Esteri presso il quartier generale dell’Alleanza atlantica a Bruxelles.
“Basta guardare la mappa per capire quanto la Finlandia sia strategica e importante per la sicurezza della regione baltica”, ha evidenziato Stoltenberg, indicando che “da oggi l’articolo 5 del Trattato della Nato”, il quale assicura la difesa di ogni Alleato in caso di attacco da parte di un altro Stato, sarà applicato anche ad Helsinki, che così otterrà “una garanzia di sicurezza di ferro”.
Il nuovo ingresso nell’Alleanza, ha aggiunto ancora il segretario generale, dimostra che “la Finlandia è un Paese sovrano e indipendente e che la Nato è un’alleanza di democrazie”. Nel promettere contromisure per garantire la sicurezza russa, il portavoce del Cremlino sottolinea che l’ingresso della Finlandia nella Nato rappresenta una nuova escalation, ponendo “una minaccia alla sicurezza della Russia”. Mosca, assicura Peskov, seguirà con attenzione i movimenti di armi e infrastrutture militari sul territorio finlandese e annuncerà la sua risposta “a tempo debito”, ha aggiunto.
Immediata la replica del Cremlino, il cui portavoce Dmitry Peskov, afferma che l’ingresso della Finlandia nella Nato costringe la Russia a adottare “contromisure” per garantire la propria sicurezza. Secondo Stoltenberg, “la Russia e la Cina si stanno avvicinando sempre di più l’una all’altra, lavorano insieme, e questo rende le cose difficili. Per questo abbiamo bisogno dei nostri partner nell’Indo-Pacifico”. Il segretario generale della Nato ha osservato che “la sicurezza non è una questione regionale, ma globale” e “la guerra in Ucraina lo dimostra con tutte le sue ramificazioni”.