Imprese sotto i 20 dipendenti sono oltre il 90%, ma ricevono solo il 13% circa dei prestiti. Viene annunciato così – alla luce degli ultimi dati di Bankitalia -, in modo essenziale e con tre soli dati, che però spiegano bene, la crisi delle piccole e medie imprese e il loro rapporto sempre più difficile con le banche. A chiedere una “urgente” inversione di rotta è il Vicepresidente nazionale di Confesercenti Nico Gronchi, che con toni preoccupati osserva che ora sul “credit crunch”, non bastano più appelli e promesse, ma servono interventi rapidi e chiari. “Per le imprese il credit crunch non è mai finito. E anche oggi i dati di Banca d’Italia sui finanziamenti confermano la situazione di crisi che abbiamo più volte denunciato, rilevando a novembre del 2019 il peggior calo dei prestiti erogati alle imprese dal 2015 ad oggi”.
Il Vicepresidente di Confesercenti Nazionale, non ha dubbi serve agire e lo dimostrano anche le note del rapporto della Banca d’Italia su: “Banche e moneta: serie nazionali”. “Come già abbiamo avuto modo di sottolineare negli ultimi anni sul sistema del credito del nostro paese si è abbattuta la ‘tempesta perfetta’”, evidenzia Nico Gronchi, “un combinato disposto di due elementi: la crisi dell’economia reale, che ha creato difficoltà oggettive per il sistema bancario e finanziario, e l’aumento esponenziale di restrizioni, regole e direttive europee e di vigilanza, che hanno bloccato la filiera del credito”. Il rapporto tra credito e imprese è fuori equilibrio, tanto che ad essere penalizzate è proprio la stragrande maggioranza delle piccole realtà produttive che sono in affanno in un mondo di commerci globali, di competizione internazionale, difficoltà che però si riflettono sull’intero sistema economico nazionale con rilievo estremamente negativo sul lavoro, sui giovani, e sul futuro stesso di centinaia di migliaia di piccole imprese. Scenario che desta allarme alla Confesercenti perché il blocco dei crediti farà precipitare ulteriormente una situazione fragilissima.
“Uno stop”, prosegue Gronchi, “che si è scaricato soprattutto sulle piccole imprese: quelle con meno di 20 dipendenti, pur costituendo oltre il 90% del tessuto imprenditoriale italiano, accedono solo al 13 circa del totale dei prestiti. Uno squilibrio evidente”, prosegue Gronchi che propone iniziative rapide e “alternative”. “Servono interventi urgenti, a partire dal rafforzamento del sistema delle Garanzie e da misure mirate per le piccole e microimprese, attivando strumenti finanziari, alimentati da fondi pubblici, alternativi al credito ordinario”. Per Confesercenti quindi è il momento di cambiare decisamente rotta se si vuole puntare sulla crescita. Una considerazione finale che Nico Gronchi affida a parole che suonano come un appello vero e tutto dedicato con passione al sostegno delle piccole e medie realtà imprenditoriali nazionali.
“L’impresa diffusa, quella fatta da persone che ogni giorno si confrontano con un mare di difficoltà, ha bisogno di avere a disposizione risorse in tempi certi, a costi accessibili e funzionali agli investimenti e ai bisogni dell’azienda”, conclude il vice presidente di Confesercenti, “Se il credito alle imprese non riparte, a pagare sarà anche la crescita: in mancanza del supporto della liquidità e del volano degli investimenti, l’economia reale non può riprendersi”.