domenica, 6 Ottobre, 2024
Ambiente

Emergenza Mediterraneo. Allarme ondate di calore e aumento Co2

I dati presentati dall’ENEA nell’ambito dell’evento organizzato per celebrare i 25 anni dell’osservatorio climatico ENEA di Lampedusa, punto di riferimento internazionale per lo studio dell’evoluzione del clima e delle sue variabili essenziali rivelano che il Mediterraneo è sempre più a rischio a causa dell’aumento delle emissioni di CO2 e metano, e delle ondate di calore.  Dalle rilevazioni emerge che nell’ultimo quarto di secolo la CO2 nell’atmosfera è aumentata del +15%, il metano del +9%, mentre la temperatura media è aumentata di circa 0.5°C, insieme alla frequenza ed intensità delle ondate di calore.   “Prima della rivoluzione industriale il contenuto atmosferico di CO2, uno dei principali gas effetto serra prodotti dalle attività umane che influiscono sul clima, si attestava intorno alle 280 parti per milione, mentre nel 1992, quando abbiamo iniziato le misure dell’anidride carbonica a Lampedusa, erano circa 350 parti per milione”, evidenzia Alcide di Sarra del Laboratorio ENEA di Osservazioni e misure per l’ambiente e il clima. “Ad oggi abbiamo registrato 420 parti per milione, con un incremento fortissimo negli ultimi 25 anni pari a circa il 15% e un tasso di crescita annuale che è passato da 1.7 ppm/anno a circa 2.6 ppm/anno. Questo incremento, abbinato all’aumento delle temperature che stiamo registrando, preoccupa anche a causa della possibile riduzione della funzione di assorbimento della CO2 in eccesso, normalmente svolta da oceano e vegetazione”, ha aggiunto.   Lampedusa, si legge in una nota, contribuisce alle principali reti osservative mondiali ed europee mettendo a disposizione informazioni integrate sui comparti marino, terrestre e atmosferico e fornendo anche un quadro complessivo sul ciclo del carbonio, in una regione, il Mediterraneo, rappresentativa di quello che succede a scala globale, dove i cambiamenti climatici impattano con effetti amplificati. Le ridotte dimensioni, l’assenza di rilievi, ma anche la sua posizione, lontana dai continenti e dagli effetti delle emissioni antropiche e della vegetazione, ne fanno un sito ottimale, anche per la verifica e la validazione delle osservazioni dallo spazio. L’osservatorio atmosferico è utilizzato inoltre per lo studio di altre grandezze fondamentali per gli effetti sulla radiazione solare e infrarossa e sul ciclo dell’acqua, tra cui vapor d’acqua, nubi, aerosol e altri gas serra quali il protossido di azoto (N2O), i composti alogenati, ma anche il metano (CH4), responsabile di più del 30% del riscaldamento antropico del clima.

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