venerdì, 15 Novembre, 2024
Agroalimentare

L’Unione Coltivatori Italiani incontra la Corea RDA: le best practices italiane come strumento di rivitalizzazione delle risorse rurali nello scambio internazionale

Importante tavola rotonda sul Made in Italy e prospettive di internazionalizzazione delle PMI agricole, ieri, tra le Delegazioni dell’UCI-Unione Coltivatori Italiani e della Corea del Sud. La Direzione della Delegazione RDA (Rural Development Administration) della Repubblica della Corea del Sud, rappresentata da Jung Sung Oc e Park Jeong Hwa ha incontrato il Presidente nazionale Mario Serpillo ed i quadri tecnici della sua Organizzazione e posto le basi per collaborazioni future. Due ore di discussione dedicate allo studio delle migliori pratiche per lo sviluppo delle aree interne e la gestione delle risorse per la rivitalizzazione delle aree rurali, atte a contrastare l’accentramento nelle grandi metropoli ed attrarre i giovani, assegnando loro un ruolo di primo piano nelle produzioni agroalimentari con attenzione alla sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Un’occasione preziosa di confronto su temi-chiave, quali il contrasto allo spopolamento, il ricambio generazionale, la promozione dello sviluppo rurale, l’implementazione di politiche per la gestione dell’agricoltura, degli allevamenti, della silvicoltura con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di benessere anche nelle aree rurali marginali, per fornire cibo sicuro e di qualità alla popolazione coreana. La RDA è alla ricerca delle migliori pratiche per uno sviluppo più sostenibile e su questi temi ha voluto incontrare l’UCI.

Cibo, Produzioni e Territori sono le radici della grande qualità che caratterizza l’identità del Made in Italy agroalimentare, non solo per i prodotti della tradizione, ma per la capacità di attrarre l’interesse dei giovani. E nel 2022, l’Anno Europeo dei Giovani, sono proprio i giovani, che in questi tempi incerti creano imprese innovative e start-up con forte impronta green, a portarci in una fase nuova per superare la transizione che mette a rischio persone, ambiente e tradizioni locali” l’incipit di Mario Serpillo.

La PAC (Politica Agricola Comune) 2023-2027 è focalizzata su tre obiettivi chiave: di tipo sociale, ambientale ed economico e l’incontro tra le Delegazioni dell’UCI e la RDA ha offerto l’opportunità per rafforzare gli scambi tra le PMI, la cooperazione dei rispettivi territori e migliorare lo scambio di conoscenza per rivitalizzare le aree rurali, migliorare le politiche di sviluppo e ripensare ai modelli di intervento. L’uso sostenibile delle risorse diventa, dunque, un processo circolare, finalizzato ad un uso più efficiente delle risorse naturali, con benefici per l’ambiente in termini di prevenzione dell’inquinamento di acqua e suolo e tendente al miglioramento delle condizioni di salubrità delle condizioni di vita della popolazione, alla riduzione delle emissioni di gas serra, all’aumento di competitività e alla riduzione dei rischi nell’approvvigionamento delle materie prime.

La nostra attenzione deve essere concentrata sul rapporto tra agricoltura e ambito sociale”, ha precisato il Presidente dell’UCI. “Uomo e tecnologia si fondono e quest’ultima va assumendo una dimensione strutturale fondante dell’identità dell’impresa e del territorio che la accoglie. Il mondo agricolo è in trasformazione, i modelli lineari non bastano. Horizon Europe, il nuovo Programma quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione 21-27, sostiene l’eccellenza scientifica per ottenere risultati migliori da un punto di vista sociale, politico ed economico. È una forte evoluzione verso forme più avanzate di democrazia della conoscenza ed oggi, per elaborare una strategia d’innovazione, occorre coinvolgere tutti gli stakeholders, sia nella progettazione che nella realizzazione. L’Innovazione diventa social per aiutare a comprendere come traghettarsi nel futuro. E nasce l’esigenza di tenere più sotto controllo i cicli di vita dei prodotti, che si allungano anche grazie all’economia circolare”.

La nuova centralità è improntata sui prodotti di qualità, sulle filiere corte, sull’applicazione del principio di stagionalità ed il ruolo dell’Imprenditore agricolo. I prodotti agroalimentari che costituiscono le tante eccellenze agroalimentari dell’Italia sono il risultato di produzioni sicure, genuine e sane, spesso nel segno delle tradizioni delle diverse regioni ed aree rurali che caratterizzano i nostri territori e danno luogo alle IG e DO che hanno raggiunto risultati unici: 845 prodotti DOP, IGP e STG in Italia, per un valore delle produzioni di 19,1 mld. di euro, con sistemi di certificazione regolamentati e disciplinari dedicati. A questi si aggiungono anche i sistemi a certificazione volontaria, che integrano e rafforzano le norme che definiscono gli standard minimi di accettabilità, sicurezza, caratteristiche nutrizionali e garanzie di qualità.

Il riconoscimento dell’importanza della sicurezza alimentare è, oggi, assolutamente centrale e trainante tra gli sforzi che si stanno compiendo per raggiungere standard produttivi sempre più elevati, per proteggere non solo l’uomo ma anche gli animali e le piante, e quindi la natura, collegata attraverso diverse misure ed azioni alle rinnovate esigenze di gestione delle Politiche Agricole. La limitata disponibilità di cereali ed olio di semi, a seguito del blocco delle esportazioni dai porti del Mar Nero e della distruzione dei silos in Ucraina, ha avuto l’effetto di ridurre il flusso di materie prime per l’agricoltura, compresi fertilizzanti minerali e carburanti, con la conseguenza di ridurne la disponibilità ed accrescerne i prezzi in maniera significativa” ha concluso Serpillo.

L’incontro è stato definito dalla Delegazione ministeriale coreana “estremamente utile” ai fini dell’acquisizione di best practises, mentre il Presidente dell’UCI, Mario Serpillo, ha auspicato l’avvio di una proficua collaborazione transnazionale. I convenuti si riconoscono in tale impegno comune e condividono l’intento di rafforzare le sinergie necessarie ad affrontare la natura multidisciplinare dello sviluppo rurale. Occorrono coordinamenti intersettoriali più forti ed efficaci ed approcci di tipo circolare per dare spazio a progetti ed azioni innovative, nel pieno rispetto delle diversità dei territori, che diventano il fulcro di un ambiente agricolo ed eco-sistemico più condiviso e rispettoso della natura.

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